Gli industriali delle Dop: «il mercato non ci capisce»

15 luglio 2009 – “Le Dop come baluardo per la difesa delle produzioni territoriali, la contrazione dei consumi, la concorrenza irresistibile sui banchi della grande distribuzione”. Sono questi i temi che hanno caratterizzato l’assemblea annuale Afidop (Associazione dei Formaggi Italiani a Denominazione di Origine Protetta), i cui lavori si sono svolti ad Asiago la scorsa settimana .

Gli industriali del formaggio che hanno scelto di qualificarsi attraverso il conseguimento del bollino comunitario non se la passano troppo bene, innanzitutto perché i marchi di protezione (Dop, Igp, Stg) non sono entrati nella testa degli italiani, secondo poi per via che i sistemi stessi dei consorzi e dei controlli gravano fortemente sui costi, e questo, in un momento di recessione non può che spostare i consumatori sui prodotti non Dop.

Ma se solo la situazione la si osserva da un punto di vista non di parte (il mercato è fatto da chi produce e vende, certo, ma anche da chi acquista, ndr) e con un minimo di memoria storica (molti consorzi Dop hanno snaturato negli ultimi anni le proprie produzioni, modificando i disciplinari oltre ogni accettabile limite) ci si rende conto che molte delle parole spese e delle tesi sostenute dalla “lobby del bollino” hanno un peso relativo e si basano su luoghi comuni spesso aleatori.

Come si può parlare di “legame col territorio”, di “identità”, di “tradizione locale”, dopo che gli “areali” di produzione sono stati allargati a più non posso, dopo che le quote minime di alimentazione locale sono state ridotte a piacimento, dopo che sono stati introdotti l’uso di mangimi (persino al pascolo) e di fermenti lattici, laddove questi non erano mai stati usati prima?

Perché allora piangersi addosso rivendicando – come ha fatto in questa sede il neo-presidente Giuseppe Alai («Chi compra non è sufficientemente informato sul reale valore, non capisce la tutela che c’è dietro ad un prodotto Dop che è completamente diverso da un prodotto industriale») – una superiorità rispetto al prodotto industriale? Se i Dop non sono industriali, sono forse artigianali? E se i Dop sono artigianali, gli straordinari formaggi dei piccoli produttori rurali (che ancora resistono, nonostante Bruxelles, e che sono sì legati al pascolo, al territorio, alle metodologie produttive d’un tempo) come li vogliamo chiamare, artistici?