
Questa cronaca arriva dall’Austria e per la precisone da Reutte, nel distretto tirolese dell’Außerferner, nel nord-ovest del Paese. Una terra in cui la cultura dell’Heumilch e dei suoi derivati è sempre stata viva e vivace, ed è lì che accade adesso che una realtà produttiva – la Molkerei Reutte, acquisita nell’estate scorsa dalla Käse Rebellen – a cui conferiscono molti e assai piccoli allevatori (chi con 8 vacche, chi con 12) si ritrova, per questioni contingenti di mercato, ad inviare ai tre allevamenti più grandi della zona (il maggiore con 80 bovine) l’ultimo avviso per convertirsi al fieno, condizione non reversibile per vedersi ancora ritirare il proprio latte.
Le leggi del mercato a volte sono senza cuore, e la data ultima in cui aderire all’invito è più vicina di quanto sembrerebbe, almeno per chi è chiamato ad una riconversione che si prevede complessa. E costosa. La deadline è quella del 30 aprile prossimo, e stavolta sarà un “dentro o fuori”. La cronaca nei dettagli è del Tiroler Tageszeitung, il “Quotidiano Tirolese”, che il 29 scorso ha titolato “Außerferner Milchbauern an existenzieller Weggabelung”, vale a dire “I produttori di latte dell’Außerferner sono ad un bivio esistenziale”.
Questa vicenda, lo confessiamo, ci piace molto: non che ci si voglia rallegrare per le disgrazie altrui (uno convertirà in un ingrasso di vitelloni, gli altri due qualcosa di certo faranno, ndr), ma per leggere un messaggio tutt’altro che scontato oggigiorno, vale a dire che non tutto il mondo del latte gira sempre e comunque a favore dell’intensivo e delle produzioni più spinte. Una questione non di poco conto, visti i tempi che stiamo attraversando.
11 novembre 2019