Ancora una volta la caccia alle streghe è lanciata. Come non di rado accade negli Usa, il latte crudo viene rimesso in discussione, stavolta però con un'aggravante tutt'altro che trascurabile. Il messaggio, divulgato capillarmente dalla stampa statunitense, parte dall'associazione pediatrica Aap (American Academy of Pediatrics), è rivolto alle gestanti, ai neonati e ai bambini, e ci racconta che anche i derivati del latte, se non pastorizzati, rappresentano un "pericolo pubblico". Roba da rabbrividire, se solo si pensa che tra i formaggi a latte crudo (un esempio su tutti, il Parmigiano-Reggiano) ce n'è di quelli su cui nessuno dovrebbe osare dubbi di carattere sanitario.
Per lanciare l'allarme l'associazione ha utilizzato il proprio sito web (leggi qui, in lingua inglese), sottolineando che "visti i progressi fatti nella prevenzione, non c'è motivo di rischiare con il consumo di latte crudo", che l'assunzione di "prodotti lattiero-caseari" da esso derivati "è particolarmente rischiosa per le donne incinte, i neonati, gli individui immunocompromessi, e gli anziani", e che "la prova schiacciante stabilisce i benefici della pastorizzazione sulla sicurezza alimentare".
La logica persuasiva del messaggio si fonderebbe su due concetti fortemente insistiti: i benefici sarebbero tutti da dimostrare mentre i rischi hanno invece dei nomi ben precisi e dei profili inquietanti: dalla Listeria al Campylobacter, dalla Salmonella alla Brucella, per non dimenticare l'Escherichia coli.
"Il consumo di latte crudo o prodotti lattiero-caseari", insiste il sito web dell'Aap, "può causare malattie gravi e pericolose per la vita", come "la meningite e le infezioni trasmissibili per via ematica, sia nei bambini piccoli che nelle donne incinte", e inoltre "l'aborto spontaneo e i feti nati morti". La stima fatta dall'associazione racconta che una parte pari all'1-3% dei prodotti lattiero-caseari consumati negli States non verrebbe pastorizzata, fornendo dati apparentemente rilevanti, se non si considerasse che sono stati desunti in un arco temporale relativamente lungo: in dodici anni (1998-2009) il tanto temuto latte crudo e i suoi derivati avrebbero causato 1.837 malattie, 195 ricoveri, 93 focolai di malattia e due morti.
Chissà cosa salterebbe fuori se solo qualcuno avesse l'interesse ad indagare sui guai seminati dalle insalate, dalla carne e dalle uova crudi, dai tanto modaioli germogli e dai non meno popolari frutti di bosco. Che tanto più spesso di latte e formaggi sono presenti nelle allerte sanitarie dei giorni nostri.
Chissà mai se qualcuno ce lo racconterà.
23 dicembre 2013