Premi come se piovesse – ancora una volta – sulle grandi aziende del settore agroalimentare, per soddisfare le logiche e i meccanismi del sistema industriale delle vendite. Un sistema che non sta in piedi senza le stampelle del marketing, della promozione, e di una comunicazione il più delle volte compiacente.
In questo fare e dire stereotipato, da anni ormai assistiamo ad una girandola di eventi, premiazioni, elezioni, proclamazioni del migliore, dell’eccellenza, assegnati da ogni evento ad ogni immaginabile categoria. Premi che il più delle volte – passata la fiammata di articoli sempre-uguali-a-sé-stessi, che lasciano il tempo che trovano – si traducono in una patacca da inserire sul packaging del prodotto, per influenzare le scelte dei consumatori.
Tra i premi degli ultimi giorni, spicca il Cibus Forum Award 2020, assegnato dall’omonima manifestazione alla mozzarella da latte fieno Brimi – Centro Latte Bressanone, per la “Miglior campagna stampa consumer”.
Il premio, consegnato nel contesto del “Formaggi&Consumi Awards” dal gruppo editoriale Tespi Mediagroup è stato aggiudicato in base alle votazioni di una giuria composta dai buyer delle maggiori insegne della Gdo e da altri operatori del settore agro-alimentare.
“La pubblicità di Brimi meritevole di tanto apprezzamento”, spiegano gli organizzatori, “utilizza un soggetto (l’anziano contadino iconico del SudTirol, ndr) che richiama l’antica tradizione con cui si produce questa preziosa materia prima, tramandata di generazione in generazione”.
La mozzarella Latte Fieno di Brimi è prodotta con latte fieno Stg, di cui i nostri lettori sanno tutto ma il mercato sa poco e niente, purtroppo. Non ci si aspetti che il consumatore-medio capisca cosa significhi alimentare una vacca con fieno anciché con insilato di mais, giacché buona parte di quegli acquirenti non sa neanche da dove arrivi il latte, né come finisca nel tetrapak.
Quello che vediamo noi, in molti e diversi supermercati italiani – tanto nelle grandi città quanto in provincia – è che nel banco dei prodotti scontati in quanto prossimi alla scadenza qualche prodotto a base di latte fieno c’è sempre (spesso lo yogurt, ndr), molto probabilmente perché in assenza di una comunicazione davvero efficace, che faccia capire bene le differenze, il consumatore difficilmente sceglie il più caro, e pressoché mai ragiona in termini di rapporto qualità/prezzo.
Speriamo solo una cosa: che Brimi – e con lei gli altri gruppi industriali che commercializzano latte fieno e prodotti derivati – non si sieda sugli allori: in tema di comunicazione poco è stato fatto (quasi nulla) e molto c’è ancora da fare, oltre la retorica del contadino altoatesino che a molti ispira fiducia.
21 settembre 2020