Il Cra di Roma è con Amalattea a sostegno del suo latte di capra

Sviluppo di una filiera caprina nazionale, ampliamento della gamma di prodotti “funzionali” a base di latte di capra “100% da latte italiano”, e validazione delle proprietà medico-nutrizionali del latte di capra, attraverso il contributo scientifico degli esperti del Cra (Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura) di Roma.

Sono questi gli obiettivi del protocollo di collaborazione definito tra la Amalattea SpA, primo player nazionale nel settore della trasformazione e commercializzazione di latte di capra e derivati (con una quota di mercato del 68% ed un fatturato in crescita) e il Cra, l’ente italiano che fa ricerca dal seme alla stalla alla tavola (non sempre però distinguendo troppo tra allevamento intensivo ed estensivo, ndr). Ad un consumatore che guarda con sempre più interesse al latte di capra quale valida alternativa al latte vaccino, mondo produttivo e ricerca rispondono insieme, garantendo la loro qualità, sicurezza e sostenibilità lungo tutta la filiera.

“Questo accordo”, sostengono gli attori dell’iniziativa, “ambisce ad avviare un processo di sviluppo della filiera caprina in Italia grazie a giuste sinergie, programmi condivisi e le migliori risorse messe in campo con l’obiettivo di stimolare la produttività del primario, valorizzare il latte di capra, promuovere i prodotti da questo derivati sul mercato nazionale ed internazionale”.

Grande soddisfazione è stata espressa alla presentazione dell’accordo, dal presidente Del Cra, professor Giuseppe Alonzo: «È davvero un risultato molto positivo», ha commentato Alonzo, – «per la ricerca, per le imprese e per il Paese. Ed è la dimostrazione che insieme si possono vincere tante partite decisive: dalla crisi economica alla competitività sui mercati nazionali ed esteri al rilancio di territori marginali per cui la filiera del latte di capra può rappresentare il volano decisivo per uno sviluppo sostenibile».

Noi continuiamo a credere che ad una crescita repentina a colpi di stalle da mille e più capi sarebbe preferibile un sostegno al mondo agricolo e la creazione di molte più stalle, da 60-100 capi e con meno (o nulla) insilati.

10 marzo 2014