McDonald’s: panini italici sulla scia della cronaca nera

La strategia pare aver pagato, nonostante la qualità discutibile del prodotto, e allora l’esperienza si ripete di già. Stiamo parlando dei panini McItaly, contestati (per un mix di ingredienti sin troppo proteico) ma comunque smerciati dal colosso del food in tre milioni di pezzi in pochi mesi, e ora seguiti dal non meno criticabile “Mozzarillo”, ennesimo “panino italiano” che, oltre alle proteine di un hamburger nazionale, contiene una foglia di insalata, una salsa “basilico e pomodoro” e ancora proteine del latte. Quelle dei fiordilatte prodotti dalla brianzola LatBri.

Ciò che più stupirà chi cerchi di ragionare con la propria testa e di andare oltre le apparenze e i lanci degli uffici stampa, è che il latticino provenga dalla fabbrica implicata nell’ultimo caso di mozzarella blu nazionale, balzato ai disonori della cronaca solo pochi giorni orsono e prontamente messo a tacere dalla stessa casalinga che ne aveva denunciato il fatto, resasi tardivamente conto che le forbici con cui il sacchetto era stato aperto fossero state sporcate dal figlio con un pennarello (manco a farlo apposto blu).

Le agenzie stampa comunicano che la LatBri, dal canto suo, si sarebbe impegnata a utilizzare solo prodotto italiano, e questo detto così lascia il tempo che trova, essendo di certo un a mozzarella prodotta in Italia, italiana e – soprattutto – essendo la fabbrica brianzola il principale importatore di latte e semilavorati stranieri della Lombardia.

A seguire, assicurano i vertici Mc Donald’s del nostro Paese, è in programma – per il 19 ottobre prossimo – il lancio di un panino contenente pecorino (forse sardo, ndr) tanto per rimanere in tema con la cronaca del momento. Magari realizzato da qualche industriale dell’isola che da anni strangola i pastori imponendo un prezzo del latte che non copre neanche i costi di esercizio.

Complimenti McDonald’s: avanti così e in pochi anni ancora i prodotti tipici più veri d’Italia finiremo per vederli tutti in un sol colpo senza stare a girar tanto. Vale a dire in un museo delle vecchie memorie.

9 settembre 2010