Roma accoglie i Ribelli del Bitto, nella seconda edizione di Formaticum

I Ribelli del Bitto al Cheese 2019, con il Furmacc del Féen, nuovo Presìdio Slow Food – foto Valli del Bitto SpA società benefit©

Dopo il buon successo di pubblico (e di vendite) della prima edizione, con circa 1.500 visitatori (e nessun espositore insoddisfatto per l’andamento delle vendite), torna a Roma, dall’8 al 9 febbraio, la mostra-mercato Formaticum, confermando la formula dell’esordio, che nel 2019 seppe attrarre sia il pubblico degli appassionati che quello degli operatori del settore.

Ad essere riconfermati sono anche la sede, presso le sale del Wegil di Largo Ascianghi e il binomio artefice dell’iniziativa: La Pecora Nera Editore e Vincenzo Mancino di Dol – Di Origine Laziale. Due organizzatori a cui va il merito di aver creato una formula espositiva senza fronzoli né manie di grandezza ma con dei contenuti ben assortiti e altrettanto ben proposti.

La sede di WeGil, in largo Ascianghi, nel cuore di Trastevere

Formaticum 2020 percorrerà le rotte del gusto caseario italiano per far conoscere e apprezzare ai visitatori (5 € il biglietto di ingresso) tante piccole micro-produzioni casearie che a differenza dell’anno scorso – in cui molti espositori erano laziali e abruzzesi – proverranno da diverse regioni d’Italia (al momento in cui scriviano sono 15). Alcuni dei produttori presenti, oltre venti, fanno parte del circuito virtuoso dei caseifici agricoli (che lavorano il solo latte aziendale) i cui principi – in linea con Formaticum – sono la pastorizia, il latte crudo e il rispetto dell’animale e dell’ambiente.

«Oltre alla qualità», spiega Mancino, «quest’anno Formaticum si concentrerà sul consumo, sul potere d’acquisto che ha il consumatore ogni volta che sceglie un formaggio e decreta o meno l’esistenza di un produttore».

A Vincenzo Mancino, da sempre sostenitore delle piccole realtà agricole con i suoi progetti imprenditoriali (la Bottega con cucina ProLoco Dol e Cibo Agricolo Libero, con un caseificio all’interno del carcere romano di Rebibbia) e al nostro direttore responsabile Stefano Mariotti va anche il merito di aver fatto da testa di ponte per lo sbarco in fiera dello Storico Ribelle, il formaggio che per antonomasia merita il titolo di prodotto della pastorizia eroica, sia per le rigorose pratiche produttive sia per le battaglie sostenute per la loro difesa (battaglie che nel 2016 portarono i produttori al cambio di nome, da Bitto Storico a Storico Ribelle, e all’uscita dalla Dop).

I Ribelli del Bitto a Formaticum e oltre
I Ribelli del Bitto saranno quindi presenti sia con il proprio prodotto di alpeggio – lo Storico Ribelle, Presìdio Slow Food dal 2003 – sia con il Furmacc del Féen (formaggio di tipo “latteria”, da vacche alimentate a fieno), entrato anch’esso nel settembre scorso nel novero del Presìdi dell’associazione di Bra. Al loro fianco, su Roma e non solo, si è creata, su progetto della nostra casa editrice, la rete delle Botteghe Storiche per lo Storico Ribelle, che nella capitale conta l’adesione di cinque rivenditori di assoluto prestigio, che, in ordine di adesione, sono: Rimessa Roscioli, Salumeria Roscioli, Le Officine del Gusto, Formaggeria di Piazza Epiro e Bottega Liberati. Completano il gruppo Ol Formager di Bergamo, I Cherchi di Cagliari e La Brace di Forcola.

A fronte di un rapporto privilegiato con i Ribelli del Bitto (la selezione delle forme sarà curata personalmente dal fondatore della Valli del Bitto SpA Paolo Ciapparelli), questi rivenditori si impegnano a divulgare ai consumatori i fondamenti del buon formaggio, che vanno ben oltre la lavorazione a latte crudo a cui i più sono portati a pensare, riguardando i temi della produzione sostenibile, della biodiversità, del vero benesere animale, della lavorazione del latte appena munto, dell’alimentazione da sola erba, della stagionatura naturale e molto altro ancora.

Formaticum non avrà solo un’area di mercato: i seminari, le degustazioni – a cura della delegazione romana dell’Onaf – e una tavola rotonda rappresenteranno degli importanti momenti di confronto e formazione, per approfondire le diverse tematiche del mondo del formaggio. Il ricco e variegato programma prevede i seguenti appuntamenti:

Sabato 8 febbraio
12:00 “I segreti della pasta filata”, seminario a cura del maestro casaro Donato Nicastro con prove di filatura in diretta, seguite da assaggi guidati di tre formaggi prodotti con la medesima tecnica casearia
13:00 “Verticale di Pecorino Romano Dop”, con diverse stagionature a confronto in una lezione tenuta dai maestri assaggiatori dell’Onaf
16:00 “Scopri il latte”, degustazione di formaggi prodotti con quattro tipologie di latte, a cura dei maestri assaggiatori dell’Onaf
17:30 ”I formaggi in cucina”, un “botta e risposta” con lo chef Fabio Campoli sull’utilizzo dei formaggi in cucina
18:30 “Prove da un matrimonio”, degustazione guidata da Gabriele Piva, maestro assaggiatore Onaf della delegazione di Roma e Sommelier

Domenica 9 febbraio
11:00 “Eppure fila…”, dimostrazione per bambini sulla filatura, a cura del mastro casaro Donato Nicastro
12:30 “Cogli la differenza”, tavola rotonda incentrata sulla differenza tra latte intero e delattosato nel formaggio, alla presenza del moderatore Domenico Villani, dell’Onaf, di Flavio Di Gregorio, medico esperto di alimentazione, Umberto Scognamiglio, nutrizionista presso Crea, e Carlo Hausmann, direttore generale Agrocamera
15:00 Premiazione delle Botteghe del Gusto
17:30 (previa prenotazione) “Prove di matrimonio”, una discussione sul corretto abbinamento tra luppolo e formaggio.
Alcuni seminari saranno gratuiti, altri avranno un costo pari a 3 euro

Nella giornata di domenica, inoltre, una commissione nazionale formata da specialisti del settore decreterà la migliore realtà partecipante, che si è distinta per qualità e tradizione. La vincitrice avrà diritto al rimborso del costo sostenuto per l’acquisto dello spazio espositivo. L’organizzazione di Formaticum ha deciso di istituire questo premio in onore e alla memoria di Roberto Molinari, giovane pastore scomparso prematuramente in un incidente mentre pascolava il suo gregge di capre sugli altopiani di Arcinazzo, in provincia di Frosinone, a pochi chilometri da Roma.

«L’iniziativa», spiega Mancino, «nasce dalla necessità di accendere i riflettori su uno dei lavori più antichi dell’umanità e premiare le scelte radicali di giovani pastori che tornano alla terra e alla natura. Guidati da forte passione, i giovani che scelgono, o ancora la praticano, tutelano razze in via d’estinzione, come Marzia, la sorella di Roberto, una giovane donna in fuga dalla città che ha deciso di portare avanti le tradizioni di famiglia affinché un lavoro e un patrimonio agroalimentare, storico e culturale non cadano nell’oblio».

3 febbraio 2020