Brucellosi bufalina: la Regione Campania verso un piano di eradicazione più “europeista”

Bufale mediterranee
foto dalla pagina Facebook dell’Associazione tutela allevamento bufala mediterranea©

La mobilitazione degli allevatori di bufale della provincia di Caserta – sostenuti da uno dei pochi sindacati agricoli di base del nostro Paese, Altragricoltura – porterà dei risultati: le richieste da loro avanzate per contrastare la brucellosi bufalina sono state ascoltate dai burocrati della Regione Campania e – se non interverranno ostacoli – condurranno finalmente alla modifica del “Piano di Eradicazione della Brucellosi Bufalina”.

La Regione Campania ha infatti messo a punto un documento tecnico fortemente ispirato alle richieste avanzate il 20 gennaio dagli allevatori, riuniti nel Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino (più avanti per brevità: Coordinamento Unitario, ndr). Documento che passerà presto al vaglio del Ministero della Salute e ai suoi organismi tecnici per la definizione del nuovo piano di eradicazione.

La composizione del tavolo tecnico
Ad elaborare il testo integrativo al Piano di Eradicazione della Brucellosi Bufalina sono stati i rappresentanti delle realtà presenti al Tavolo Tecnico istituito presso l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania, vale a dire l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, la Direzione Generale per la Tutela della Salute della Regione Campania – Unità Veterinaria, il Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università Federico II e la Direzione Generale dell’ASL di Caserta.

I contenuti della nuova pratica operativa
Per quanto concerne la pratica operativa prevista, dovrebbero essere verosimilmente accolte diverse proposte avanzate dagli allevatori, e in particolare la richiesta relativa all’introduzione dell’obbligo vaccinale nell’area “cluster”, ovvero dei comuni in cui si è registrato il maggior numero di focolai di brucella: Cancello e Arnone, Castel Volturno, Grazzanise e Santa Maria La Fossa. La profilassi vaccinale riguarderà tutti i capi di età compresa tra i sei ed i nove mesi, e verrà condotta per un periodo di sei anni. Il vaccino sarà volontario, sempre per i capi di sei-nove mesi di età, nei sette comuni dell’area circostante: Capua, Carinola, Francolise, Mondragone, Pignataro Maggiore, San Tammaro e Villa Literno.

I controlli presso gli allevamenti che presentano focolai di infezione diventeranno più frequenti (ogni due settimane), verranno ridotti i tempi di risposta della diagnostica clinica, che passeranno da sette a cinque giorni (più festivi) e saranno introdotti gli screening obbligatori. Verranno inoltre realizzate delle stalle destinate alla quarantena dei capi con sospetta brucellosi, che verranno abbattuti dopo la conferma di contagio. Il latte dell’area cluster, infine, verrà sottoposto a pastorizzazione prima della trasformazione. 

In ultimo ma non per questo meno importante: sono state accolte le istanze dei rappresentanti degli allevatori relative al potenziamento delle attività di autocontrollo nelle aziende, che verranno operate coerentemente con le vigenti disposizioni comunitarie.

Finalmente si terrà conto dell’ambiente
Ma non solo, perché finalmente è stato deciso di agire anche sul piano della bonifica ambientale, da verrà operata in collaborazione con il Consorzio di Bonifica del Basso Volturno. Su questo fronte, rassicura l’assessore all’agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo, «è allo studio un intervento straordinario di pulitura dei canali, con particolare attenzione ai fanghi e ai sedimenti erbosi. È necessario prevedere interventi realizzabili in tempi brevi, per una messa in sicurezza globale dei territori interessati, al fine di scongiurare possibili recrudescenze dell’infezione».

Il commento dell’assessore Caputo
Commentando quella che appare come una vera e propria svolta epocale per la zootecnia campana, Caputo ha aggiunto che «stiamo anche lavorando all’introduzione di strumenti di sostegno al reddito, che si aggiungeranno agli indennizzi già previsti per gli abbattimenti obbligatori dei capi infetti e ai fondi stanziati sul Psr per il 2022 che ammontano a cento milioni di euro».

«Stiamo inoltre prevedendo», ha proseguito l’assessore, «l’istituzione di un “Comitato Green Brucellosi”, composto da una rappresentanza qualificata degli allevatori, come elemento di trasparenza in riferimento al monitoraggio del piano».

«L’obiettivo», ha concluso Caputo, «è quello di valorizzare tutta la filiera bufalina, e di accrescere il prestigio di una delle più apprezzate eccellenze agroalimentari della nostra regione: la Mozzarella di Bufala Campana Dop». E tutto questo grazie alla strenua, ferma e determinata battaglia degli allevatori bufalini della provincia di Caserta, che –assieme i propri sindaci e assessori – hanno dato una lezione di civiltà a chi sinora per nulla attento alle necessità reali di quel mondo, aveva preferito prevaricare, imporre e danneggiare un’intera categoria. Forse anche per favorire altri.

7 febbraio 2022