Brucellosi bufalina: delusione e incredulità tra gli allevatori. La vertenza si inasprisce

Bufale mediterranee
foto dalla pagina Facebook dell’Associazione tutela allevamento bufala mediterranea©

La Regione Campania darà credito e ascolto agli allevatori bufalini della provincia di Caserta, accogliendo le loro istanze, nella definizione di una nuova profilassi che metta al centro gli interessi del mondo agricolo, conformandosi finalmente alle direttive europee in materia di brucellosi e tbc? In molti lo avevano ritenuto possibile, creduto o sperato.

Le evidenze maturate nella scorsa settimana, purtroppo, danno ragione agli scettici e agli increduli e, oltre i comportamenti assai poco trasparenti della Giunta regionale, lascia percepire che le “ragioni” di terzi (si ipotizzano interessi dell’industria della carne, ndr) potrebbero tornare in qualche misura a condizionare la vita di chi le bufale le alleva, di chi producendo il loro prezioso latte dovrebbe vivere, di chi è stato per lunghi anni il motore dell’economia agricola locale. Di chi oggi, per tutta riconoscenza, vede calpestate le ragioni essenziali che lo Stato di Diritto dovrebbe garantire.

Delibera brucellosi Regione Campania
La delibera del nuovo piano di contrasto della brucellosi e della tbc bufalina: il documento tradisce le aspettative degli allevatori

A tale proposito, martedì scorso, 15 marzo, il Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino ha diramato il documento di valutazione sulla delibera con cui la Regione Campania giorni prima aveva comunicato il “Nuovo Piano di Eradicazione della Brucellosi e della Tbc Bufalina”.

“Dopo una lunga attesa”, è scritto nel documento, “abbiamo potuto leggere la delibera con cui la Regione Campania intende varare il nuovo piano di contrasto della brucellosi e della tbc bufalina e, dopo esserci confrontati nell’incontro tenuto la sera del 14 marzo, produciamo questo documento”.

“Lo diciamo chiaramente”, prosegue il Comitato Unitario: “questo piano si fonda su una base irricevibile. Vogliamo essere chiari fin da subito con la Regione Campania che, con le parole dell’Assessore Nicola Caputo, ci invita ad aprire il confronto per “migliorarlo”: questa non è la base per un confronto serio; non si può partire nel confronto con un pasticcio contraddittorio, lacunoso, scritto male e che ripropone la stessa logica e le stesse metodiche del fallimentare piano precedente, aggiungendo due titoli (la vaccinazione e l’autocontrollo) per poi puntualmente negarne il senso nel testo. Se quella è la strada su cui la Regione intende inoltrarsi, è non solo sbagliata ma è destinata a fallire”.

La caricatura dell’assessore Nicola Caputo pubblicata sulla pagina Facebook dell’Associazione tutela allevamento bufala mediterranea©

Nell’audizione di venerdì 11 marzo, nella sede del Consiglio Regionale della Campania, il Coordinamento Unitario – per bocca del suo portavoce, Gianni Fabbris – aveva già posto una serie di dubbi, chiedendo risposte e chiarimenti. «Non abbiamo avuto risposte durante l’audizione», spiega Fabbris, «né tanto meno dopo. E oggi ci ritroviamo una delibera materialmente lacunosa e contraddittoria».

«La delibera», prosegue Fabbris, «per il modo in cui è scritta, sembra più orientata a far fallire la vaccinazione e l’autocontrollo che a svilupparli. A chi serve? Perché la Regione non ha garantito coerenza fra gli annunci e il dispositivo normativo? Gli impegni presi vanno rispettati!“.

Purtroppo, secondo la stima del movimento, per come il documento della Regione Campania è stato scritto, solo una piccola parte degli allevatori potrebbe vaccinare, vale a dire non più del loro 25%.

A tal proposito, il documento del Coordinamento Unitario s’interroga, com’è giusto che sia: “Qual è l’obiettivo? Forse quello di far fallire il Piano?” “Non possiamo che rilevare come nella delibera vengono fortemente ristrette le capacità operative e le opzioni per le aziende allevatrici, con una logica “repressiva”, erodendo i loro margini imprenditoriali (e spesso introducendo surreali criteri) senza esplicitamente richiamare la norma nazionale che, in caso di zoonosi, impone di “abbattere” gli animali nei macelli all’interno del territorio provinciale, lasciando intatti gli interessi della filiera della macellazione che continua (come prima) a permettere a stabilimenti industriali fuori provincia (la Realbeef di Flumeri, in Irpinia, controllata da Cremonini/Inalca, ndr) il privilegio di poter contare su materia prima sempre disponibile”. Il Coordinamento commenta con una domanda retorica la grottesca situazione: “Forti con i deboli e deboli con i forti?”.

Le richieste del Coordinamento Unitario
Chiare le richieste del Coordinamento Unitario: “Chiediamo alla Regione Campania (al Presidente De Luca, alla Giunta ed al Consiglio) di intervenire urgentemente, ricostruendo le condizioni del confronto. Servono modifiche sostanziali e coerenti con gli annunci fatti di voler cambiare il vecchio piano per avviare il confronto di merito, e serve un confronto vero e trasparente. In particolare su vaccinazione e autocontrollo. Chiediamo all’Assessore Caputo di garantire che queste modifiche siano introdotte prima che il Piano sia inviato alla Commissione Europea dal momento che successivamente il confronto sarebbe inutile”.

Il Coordinamento torna quindi a chiamare alla mobilitazione il popolo degli allevatori, le loro famiglie, gli amici e il tessuto produttivo del territorio, assieme a Sindaci e Assessori e, nel mentre prepara risposte adeguate che diano voce all’indignazione degli allevatori (fra cui in queste ore sale la contrarietà e l’insoddisfazione), si attiva per indire una manifestazione popolare con la parola d’ordine: “Rispettate gli Impegni!”.

La Nuova Mobilitazione verrà preparata attraverso un incontro con i Sindaci (che tanto hanno speso nei mesi scorsi per sostenere la vertenza, chiamati ancora di più al coinvolgimento, ndr), un incontro del gruppo di appoggio tecnico-scientifico – che sta producendo un documento di denuncia delle tante incongruenze segnalate – e da un incontro degli Stati Generali della filiera bufalina, per confrontare le forme e i tempi di una nuova e ferma vertenza.

Commenta Gianni Fabbris a nome del Coordinamento Unitario: «Si mettano l’anima in pace gli speculatori e gli apparati tecnocratici collusi che li hanno coperti. Ci fermeremo solo quando ci saranno le risposte che il territorio e gli allevatori meritano».

21 marzo 2022