Rabboni: lupo rischio d’impresa per i pastori. Ma non era proprietà dello Stato?

Una delle pecore di casa Capuzzola uccise dal lupo, anni fa. Oggi Dino Mazzini, titolare dell'azienda, scrive all'assessore regionale Rabboni un'interessante lettera aperta - Foto Casa Capuzzola®La Regione Emilia-Romagna fa qualcosa per i pastori e ci tiene a farlo sapere: cani pastori di razza abruzzese, già addestrati e poi e poi, le solite misure (pannicelli caldi), dai rimborsi per i capi uccisi, ai dissuasori acustici (non sempre utili) alle recinzioni elettrificate (non sempre utilizzabili, ad esempio nei terreni sassosi e in forte pendenza) ma non per la minor produzione lattea o gli aborti.

Quindi, una regione dalla parte dei pastori? Più no che sì, o forse sì ma senza troppa consapevolezza della materia di cui si sta parlando. La pastorizia di certo se non la pratichi non la conosci, ma a stridere è anche e soprattutto quel concetto di "rischio d'impresa" che trapela da tante affermazioni e prese di posizione ufficiali: il lupo è patrimonio dello Stato e non una tegola che ti arriva tra capo e collo mentre stai facendo una passeggiata.

A tale proposito riceviamo, e volentieri pubblichiamo, la lettera aperta di Dino Mazzini di Casa Capuzzola, azienda antesignana tra quelle letteralmente falcidiate dal predatore tanto amato dal "partito" trasversale degli animalisti:

 

Lettera aperta dell’azienda agricola Casa Capuzzola di Pavullo nel Frignano all’assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni

 

13 marzo 2014

 

Abbiamo visto gli articoli stampa di ieri relativi alla presa d’atto della Regione Emilia Romagna che il lupo è un problema per gli allevatori e si intende finalmente fare qualcosa. Ci sono però cose che abbiamo letto che ci hanno fatto indignare.

 

1) La prima è che sentiamo come inaccettabile il concetto che il lupo sia un “rischio di impresa” per i pastori come può essere la grandine per un frutticoltore. Il lupo appartiene alla fauna selvatica, che dagli anni 70 del secolo scorso appartiene allo Stato (prima era “res nullius, cose di nessuno”). Ha quindi un proprietario ben identificato dalla legge, ed infatti il bracconaggio è considerato come furto ai danni dello Stato. Tutti i proprietari degli animali rispondono per legge dei danni che questi fanno, dovrebbe fare così lo Stato (quindi la Regione, o la Provincia) per i suoi. Che si faccia lo Stato (come fanno gli altri proprietari di animali) l'assicurazione per pagare i danni che fa i suoi animali, non che la chieda agli allevatori !!! (succede in Toscana)

 

2) Crediamo che su questa vicenda delle due cose una sola possa essere vera: o la società è sempre un passo avanti rispetto ai problemi, o la Pubblica Amministrazione è sempre indietro ed arriva tardi a risolverli. Qualche volta troppo tardi. La nostra azienda agricola è stata distrutta da questo predatore tra il 2007 e il 2010, dopo che dal 2006 la Regione Emilia Romagna pubblicava nel suo sito internet il felice ritorno del lupo nel suo territorio. Insieme alla nostra azienda agricola ne sono state distrutte tantissime altre, stanziali. I transumanti della pianura hanno smesso di portare le pecore negli alpeggi d’estate. Nel 2010 i funzionari dell’AUSL e della Provincia ci hanno addirittura fatto un verbale di avvertimento nel quale era scritto che saremmo stati passibili di sanzioni ai sensi delle leggi sul maltrattamento degli animali (delle pecore) se il lupo avesse ancora ucciso dentro ai nostri recinti a pochi metri da casa.

 

3) noi abbiamo iniziato nel 2011 totalmente a nostre spese a rifare tutte le recinzioni, con un percorso molto oneroso che è ancora tutto da finire. Abbiamo acquistato in Abruzzo i cuccioli di cani nel 2012, sempre a nostre spese. E i nostri cuccioli, figli di quelli che abbiamo preso dai pastori abruzzesi sono ora invendibili perché la provincia di Modena li va a comprare in Toscana da regalare agli altri allevatori. I dissuasori acustici li abbiamo comprati nel 2012, ma non hanno funzionato, il lupo ha ucciso pecore un mese dopo l’acquisto proprio li vicino a dove l'avevamo montato.

 

Si vada a vedere il sito http://www.casacapuzzola.it/ dove tutta la nostra storia l’abbiamo raccontata in dettaglio, da quegli anni.

 

Distinti saluti,

 

Dino Mazzini

www.casacapuzzola.it

 

17 marzo 2014

 

Su questo stesso argomento, leggi la Gazzetta di Modena