Uomo e animali, pastori e grandi predatori potranno convivere, se non in maniera pacifica, meglio di quanto accada oggi. L'annuncio riguarda gli abitanti delle Orobie, che a quanto pare auspicano per il proprio futuro una nuova e migliore convivenza con la più temibile parte della fauna selvatica delle proprie montagne. Se così sarà davvero, sarà anche merito di Pasturs, il progetto messo in campo dalla Cooperativa Eliante onlus, con la partecipazione del Parco delle Orobie Bergamasche e del Wwf Bergamo-Brescia (realtà che a dire il vero è molto più vicina alle ragioni del lupo che a quelle dei pastori), in collaborazione con la Coldiretti di Bergamo e con il contributo della Fondazione Cariplo.
Due, in definitiva gli obiettivi dichiarati: la riduzione dei rischi derivanti dalla presenza dei predatori sulle Orobie e la necessità di porre a freno il fenomeno del bracconaggio, estremo rimedio posto in essere da ignoti per calmierare l'incremento delle predazioni registrato negli ultimi anni in quei territori. L'iniziativa, presentata a fine febbraio ad Albino, presso la sede del Parco delle Orobie Bergamasche, "si prefigge di portare alla formazione di volontari che forniranno ai pastori un aiuto" – si spera valido – "per gestire la convivenza con i predatori".
Un travaso di conoscenze che», a detta del presidente di Eliante «permetterà di gestire i conflitti nel modo migliore, riducendo il rischio di danni economici per le attività e, al tempo stesso, di bracconaggio per gli animali. Da sempre, infatti, ci impegniamo per difendere l’ambiente, per rendere lo sviluppo della società compatibile con gli ecosistemi naturali e siamo convinti che il progetto Pasturs potrà essere di grande aiuto in ciò». E questo almeno in teoria.
Migliorare la convivenza tra pastori e grandi predatori, infatti, permetterà di ridurre le difficoltà per le attività zootecniche locali derivanti dalle inevitabili incursioni, evitando, al tempo stesso, l’estinzione di specie protette. Un processo che potrebbe consentire anche ai prodotti orobici – sin qui promossi con risultati non del tutto lusinghieri – di differenziarsi positivamente grazie ads un piano di marketing territoriale dedicato, rilanciando l’economia locale secondo i principi della sostenibilità ambientale.
«La biodiversità», ha sottolineato il presidente del Parco delle Orobie Bergamasche, Yvan Caccia, «è uno dei più grandi pregi delle nostre montagne, ma dobbiamo far sì che essa possa esprimersi nel migliore dei modi, facilitando la convivenza pacifica tra l’uomo e le altre specie che vivono nel territorio. Per questo è importante che quanti più soggetti possibili si uniscano e lavorino insieme per il bene della nostra realtà».
Negli intenti di Pasturs c'è proprio questo, attraverso il sostegno ad un duplice scambio relazionale: quello tra gli uomini e gli animali e quello tra i giovani volontari e gli esperti allevatori. Due generazioni, due modi di vivere che attraverso il progetto si incontreranno, rafforzandosi l’un l’altro. «Con l’obiettivo comune», ha concluso Caccia, «di fornire un aiuto concreto, attraverso pratiche di tutela del bestiame e di gestione non conflittuale del territorio».
"Sul lungo termine", sottolinea in un suo documento Eliante, «il progetto potrebbe contribuire ad uno sviluppo più sostenibile del sistema montagna, creando così un ambiente favorevole sia al proseguimento di attività economiche tradizionali, tipiche della comunità locale, sia alla conservazione dei grandi predatori. In sinergia con il progetto Pasturs, la Regione Lombardia ha in programma altre iniziative nell’ambito del progetto Life WolfAlps, anche queste destinate alla gestione e alla conservazione del lupo sulle Alpi.
7 marzo 2016