Nasce in questi giorni, sulla riva sinistra del fiume Volturno, a Capua, Terra7 (www.terra7.it), primo settimanale telematico dedicato all’agricoltura e all’ambiente proiettato sul territorio della regione Campania. Proprio dall’antica capitale della Campania Felix prende le mosse questa nuova iniziativa, grazie ad un’editrice giovane, della quale sicuramente si tornerà a parlare, la d time srl, ed al giornalista Mimmo Pelagalli , a molti noto per essere stato, per lunghi anni l’addetto stampa del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop.
«Non credo di aver inventato qualcosa di nuovo», si schernisce Pelagalli (nella foto). «Ho solo messo insieme i pezzi della mia esperienza professionale, che dal 1999 al 2008 mi ha visto corrispondente dalla Campania per Agrisole e per le riviste della ex Calderini di Bologna. Un arco di tempo lungo il quale – continua il giornalista – mi sono misurato costantemente con i problemi ambientali della mia terra, dalla diossina nel latte all’emergenza rifiuti, passando per le ecomafie, ma che mi ha anche aiutato a conoscere meglio la mia regione, la Campania, che è percepita da molti solo, e spesso in negativo, come la periferia di Napoli».
Pelagalli negli anni trascorsi con Il Sole 24 Ore ed il Consorzio Mozzarella scopre anche la miniera dell’agricoltura della Campania: «È fatta da una miriade di piccoli imprenditori ricchi d’inventiva, che recuperano prodotti dimenticati, come l’azienda agricola Le Campestre che a Castel di Sasso, sulle montagne del casertano dietro casa mia, ha salvato il pecorino “Conciato Romano”, una preparazione antichissima, risalente proprio all’epoca della prima invasione Romana dei territori del basso Sannio».
A far da contraltare a “tesori” come questo c’è lo scempio quotidiano del territorio: «Vivo in una regione ricca di contraddizioni», sottolinea Pelagalli, «dove lo sforzo quotidiano di tanti per alimentare un’economia sana, fondata sull’agricoltura e sulla trasformazione dei prodotti del settore primario, rischia di essere vanificato da chi gestisce male il territorio o da chi lo utilizza come discarica illegale: è impossibile raccontare solo i “tesori” agroambientali che rischiano di scomparire, visti i tempi, ma anche un giornalismo solo puntato sulla denuncia del disastro ambientale imminente rischia di diventare vano».
Perché solo denunciare il disastro ambientale può essere vano? «Il rischio, enorme a mio avviso, è che l’opinione pubblica finisca per percepire la Campania tutta come un territorio che non vale più la pena salvare, cosa non irrilevante: le bonifiche e la lotta alle ecomafie costano e le pagano i contribuenti. Occorre ricordare ogni giorno all’opinione pubblica cosa rischiamo di perdere con i danni all’ambiente oltre l’ambiente stesso: un’agricoltura di grande qualità e di notevole appeal sui mercati, altrimenti nessuno vorrà pagare un euro per salvare la parte di questa regione che vive oggi problemi ambientali enormi. Con il rischio, ovvio, di aprire la strada a chi vuole distruggere tutto il territorio della regione, che, lo ricordo, per il 25% è parco regionale o nazionale».
Altri temi dei quali si occuperà Terra7? Le acque e i parchi: «La Campania è il serbatoio d’acqua del Sud e non se ne parla mai abbastanza, inoltre i parchi sono una risorsa enorme, ancora tutta da valorizzare, senza mai perdere di vista che solo una vera agricoltura ecosostenibile aiuta un parco a vivere, perché non può certo essere ridotto al rango di museo di storia naturale».
18 giugno 2010
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