Cornell University: il futuro per le bovine da latte è nella foraggicoltura idroponica*

*gli articoli aventi titolo contrassegnato con asterisco contengono un approfondimento tecnico curato da uno dei nostri esperti consulenti e offrono una linea diretta per consigli e consulenze

Coltura idroponica
foto Grōv Technology©

La Grōv Technologies di North Vineyard, nello Uthah – società specializzata nella coltivazione di foraggi idroponici – ha annunciato di essere stata scelta come partner dal College of Agriculture and Life Sciences della Cornell University di Ithaca, NY, per condurre uno studio sulla produzione di mangime coltivato ​​in idroponica per l’alimentazione delle bovine da latte.

Lo studio, che verrà avviato nel corso di questo mese, si prefigge di valutare questo tipo di alimentazione sulla riduzione dei gas serra ma anche sulla nutrizione, la salute e il benessere degli animali. Il progetto è stato inserito in un programma di undici attività scientifiche che la Cornell University avvierà nel prossimo semestre, tutte orientate a valutare soluzioni di sostenibilità delle produzioni agroalimentari.

La ricerca permetterà all’azienda di Vineyard di verificare scientificamente, e di misurare con esattezza – attraverso condizioni e parametri altamente comprovati – i molti vantaggi offerti dalla produzione dei super-mangimi Hdn (High-Density Nutrient).

Più e miglior cibo con meno acqua e meno terra
«In un momento come quello attuale», ha affermato il presidente di Grōv Technologies, Steve Lindsley, «in cui gli agricoltori sono chiamati a nutrire una popolazione mondiale crescente, utilizzando meno acqua e meno terra, lo studio della Cornell University ci fornirà informazioni e dati-chiave per incrementare la nostra produzione e migliorare la vita degli animali, delle persone e del pianeta, utilizzando i mangimi Hdn».

«La Cornell University», ha aggiunto Lindsley, «è una delle strutture di ricerca in campo lattiero-caseario maggiormente considerate negli Stati Uniti. Siamo molto lieti di poter collaborare con loro in questa impresa, che si prospetta cruciale per tutti».

I test su latte e formaggi
I test sul latte bovino derivato dall’assunzione di questi foraggi verranno condotti presso il caseificio della Bateman Mosida Farms di Elberta, nello Utah, e permetteranno di verificare la resa latte/formaggio e i valori nutraceutici dei formaggi prodotti.

In questo ambito di attività il progetto coinvolgerà anche il College of Veterinary Medicine dello stesso ateneo, che ospita una delle strutture di ricerca lattiero-casearia più importanti al mondo – il “Dairy Center of Excellence“ – in cui operano oltre cento persone, tra docenti e altro personale specializzato, impegnati nella ricerca, nella divulgazione e nell’insegnamento.

Maggior efficienza produttiva con i germogli
A guidare la ricerca sarà il  Prof. Joseph McFadden, esperto di biologia delle vacche da latte, che nel presentare l’attività ha evidenziato i nobili fini del progetto: 

«Vogliamo determinare», ha spiegato McFadden, «se l’inclusione di germogli idroponici in una dieta convenzionale è un approccio per aumentare l’efficienza della produzione di latte con una minore impronta di carbonio. Comprendere in maniera scientifica l’impatto di questo tipo di mangime sui bovini è un primo passo per estendere questo tipo di alimentazione anche ad altri ruminanti, come gli ovini».

“Lo studio”, spiega un comunicato stampa della Grōv Technologies, “sarà condotto in condizioni altamente controllate presso il Cornell University Ruminant Center (CURC) di Harford, New York ed esplorerà gli impatti sul mondo reale dell’alimentazione delle vacche da latte con cereali germogliati coltivati ​​attraverso i protocolli idroponici di Grōv”.

Grōv installerà sistemi di coltivazione in ambiente controllato nei pressi del caseificio, per coltivare in loco i mangimi Hdn da utilizzare negli esperimenti. Questi si protrarranno per un anno e mezzo.

Le dimensioni del progetto
Grōv Technologies sta attualmente producendo circa 30.000 libbre (13,6 tonnellate) di foraggio Hdn al giorno per le prove presso le Bateman Mosida Farms. Il caseificio Bateman è il più grande caseificio dello Utah lavorando quotidianamente il latte di circa 7.500 vacche specializzate.

Grōv Technologies e Cornell University, in breve
Fondata nel 2015, la Grōv Technologies è un’azienda all’avanguardia nella scienza e nella tecnologia dell’agricoltura ad ambiente controllato automatizzato (Cea), nata con l’obiettivo di soddisfare le esigenze della sicurezza alimentare globale. In sei anni Grōv ha sviluppato sistemi su scala aziendale e protocolli per la produzione di mangimi nutrienti ad alta densità, denominati Hdn SuperfeedTM.

Grōv è impegnata nel consente ad agricoltori e allevatori di essere ecosostenibili, coltivando mangimi altamente nutrienti e poco impattanti, migliorando la salute degli animali, producendo alimenti sani e – aspetto tutt’altro che secondario – aumentando i loro profitti. Per saperne di più su Grōv Technologies, clicca qui.

Il College of Agriculture and Life Sciences della Cornell University è un istituto pionieristico nell’ambito delle scienze orientate alla produzioni agroalimentari. Le attività scientifiche e didattiche riguardano diverse discipline ed hanno assunto le sfide del nostro tempo operando nella ricerca, nell’istruzione e nella divulgazione, su scala mondiale. Le attività di questi ultimi anni si concentrano su tre fronti cruciali ed intimamente connessi: i sistemi naturali e umani, le risorse alimentari, energetiche e ambientali e il benessere sociale, fisico ed economico.

11 ottobre 2021


* La parola all’Agronomo Rosa Tiziana Procopio

Coltura idroponica
foto Grōv Tecnologies©

L’intento di rendere sostenibile una produzione zootecnica, anche rispetto all’alimentazione delle bovine, e di conseguenza anche di altre specie allevate, è di fatto attualmente – e per certi versi – una scelta obbligata per il settore.

La produzione di foraggi per l’alimentazione degli animali da allevamento, occupa in termini di superficie vaste aree, per questioni di necessità numerica, rese, densità. In poche parole, abbiamo bisogno di tante superfici, anche per un solo allevamento. 

Di fatto se finora si è fatto così, perché cambiare? Perché il mercato vuole che il costo di produzione dei foraggi e mangimi per gli animali allevati, sia spesso molto più alto della resa da essi ottenuta: un sistema non sostenibile, nel lungo periodo. Per sostenibilità in questo caso, intendiamo quella economica. Laddove le materie prime (foraggi/mangimi) necessarie per la produzione principale (carne/latte), abbiano un costo superiore a quanto in proporzione si guadagna dal prodotto, c’è da chiedersi se valga realmente la pena sostenerne il costo, e soprattutto se esistono altre opzioni più “economiche” rispetto al nostro metodo produttivo.

In aggiunta a questo, non meno importante, l’impronta ecologica che gli allevamenti animali, e annesse attività necessarie alla produzione zootecnica, non hanno lo stesso ritmo produttivo dell’industria del settore.

Mi spiego meglio. 

L’utilizzo di superfici per la produzione di alimento per gli animali allevati, necessita di rotazioni e integrazioni con fertilizzanti e ammendanti che possano supportare e sopportare produzioni così “intensive” e soprattutto ripetute nell’arco di pochi anni. Il suolo ha bisogno di integrazioni almeno proporzionate alle asportazioni che l’uomo intende sfruttare, altrimenti non si ottengono produzioni valide (sia economicamente che nutrizionalmente), ma soprattutto si agisce sull’ambiente interrompendo l’equilibrio di un ecosistema naturale qualsiasi esso sia.

Tuttavia, l’allevatore dispone di un certo numero di superfici, di proprietà o in affitto, ma laddove è ubicata la propria azienda, è anche il luogo meno dispendioso per la produzione dell’alimentazione per il bestiame allevato.

L’idea di sperimentare il metodo idroponico per la produzione almeno per ora di germogli di cereali, può essere funzionale all’ottimizzazione delle superfici aziendali, consentendo tra le varie caratteristiche di questo sistema produttivo, anche eventuali produzioni a soppalco, incrementando l’efficienza in densità, resa, nonché in qualità del prodotto. 

Quest’ultima tuttavia, può scaturire per effetto del controllo maggiore sull’ambiente produttivo, le caratteristiche della soluzione nutritiva selezionate ad hoc per favorire caratteristiche di pregio nel prodotto finale, nonché il riutilizzo e il perfetto dosaggio di acqua nel rispetto delle risorse idriche locali. Non da meno, la possibilità di controllare l’impatto ambientale di produzioni con colture depauperanti gli elementi nutritivi del suolo. Anche il controllo della concentrazione di Carbonio e Azoto all’interno del suolo, consentirebbe produzioni più sostenibili e controllate dall’uomo, avendo come obiettivo principale la tutela dell’ambiente. 

Unico dubbio che ci poniamo da tecnici del settore, è se possa essere sostenibile per un’azienda zootecnica il mantenimento di una produzione idroponica per cereali da foraggio, essendo essa, come noto, una delle produzioni più costose e tecnicamente più indicate per prodotti con prezzi di mercato medio-alti.

Tuttavia, l’efficienza produttiva del metodo idroponico, aggiungerebbe al prodotto e alla sostenibilità (economica e produttiva) dell’azienda, caratteristiche non banali: uniformità, caratteristiche organolettiche e nutritive del prodotto, controllo costante e continuo delle colture. Potendo dire, di aver coltivato solo piante sane, e solo quelle funzionali alle produzioni dell’azienda.

di Rosa Tiziana Procopio
Dottore Agronomo


Per consigli e consulenze tecniche in materia

CLICCA QUI

e compila il form
per entrare in contatto con i nostri esperti qualificati