Devono essersi ispirati alla dieta mediterranea i ricercatori della Cornell University di Ithaca (N.Y., Usa) che di recente hanno concluso una ricerca tesa a contrastare il fenomeno dell'obesità infantile, che è ancora una piaga sociale negli Stati Uniti (32% tra sovrappeso e obesi) e in larga parte delle moderne società occidentali.
Dopo una serie di test analitici condotti su duecento bambini delle scuole elementari – test che hanno tenuto conto non solo degli aspetti nutrizionali ma anche e in rilevante misura di quelli psicologici – i risultati hanno offerto prospettive che lasciano ben sperare sulla possibilità di recuperare almeno in parte i non pochi errori, non solo alimentari ma anche comportamentali, di cui le nuove generazioni sono vittime.
Interessante l'approccio degli studiosi alla problematica, che ha tenuto fortemente conto dell'aspetto psicologico legato al tentativo di rimpiazzare un cibo largamente diffuso e appetibile come le patatine fritte con qualcosa di meno calorico che al contempo riuscisse ad essere accettato e a soddisfare i giovani consumatori. Il banco di prova non ha puntato affatto a scalfire altre concause del problema, quali la diffusa abitudine di fare sino a tre merende fuori dai pasti principali e il maledetto vizio di mangiare mentre si sta guardando la televisione (c'è da augurarsi che in futuro si voglia incentivare anche la loro correzione, ndr).
I duecento ignari bambini, davanti ai loro cartoon preferiti e in orario pomeridiano, quindi, si son visti proporre ora verdure, ora formaggi, ora quello che è stato definito un "combo-snack" composto da verdure e formaggio e che – assicurano i ricercatori – ha dato gli effetti sperati: la sazietà e l'appagamento sono sopraggiunti quando le calorie assunte erano mediamente inferiori del 72% rispetto a quelle ingurgitate con le solite dannosissime "potatoes chips".
Ora che i risultati dello studio sono stati pubblicati sul giornale on-line "Pediatrics", il responsabile della ricerca ne parla con malcelato orgoglio ma al tempo stesso attribuendo ai dettami governativi il merito dell'operazione. «Questo lavoro», esordisce Brian Wansink, che alla Charles H. Dyson School of Applied Economics and Management della Cornell University è professore di marketing, «ci è stato ispirato dal programma "Let's Move" che la Casa Bianca ha promosso per incoraggiare gli statunitensi ad adottare stili alimentari più sani».
Concludendo, il professor Wansink ha sottolineato che «non esistono cibi o ingredienti magici in grado di risolvere la piaga dell'obesità infantile, ma è piuttosto nell'imparare a sostituire certi cibi con altri che ci si dota di uno strumento efficace per indurre i bambini a l'apporto l'apporto calorico delle loro merende».
«È stato poi fantastico constatare», ha concluso Wansink, «che tutto questo ha funzionato meglio proprio con bambini più grassi».
22 dicembre 2012
Chi voglia approfondire può cliccare qui per l'abstract dello studio della Cornell University e da lì scaricare il testo integrale in formato pdf