Mirtilli: antiossidanti solo se assunti “lontani” dal latte

23 febbraio 2009 – Secondo recenti studi dell’Inran (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) gli alimenti ricchi di antiossidanti come tè, cioccolato e mirtilli riducono o addirittura perdono le loro proprietà benefiche – stimolazione del sistema immunitario, fluidificazione del  sangue, riduzione della pressione sanguigna – se assunti contemporaneamente al latte.

Lo studio, coordinato da Mauro Serafini, professore ordinario di Biologia Farmaceutica e membro del Laboratorio di Ricerca sugli Antiossidanti dell’Inran è stato svolto nell’ambito del Progetto Qualità finanziato dal Ministero per le Politiche Agricole.

Scopo della ricerca era la verifica della perdita delle capacità antiossidante dei mirtilli in caso di consumo congiunto con il latte.

A tale proposito sei uomini e cinque donne hanno consumato a digiuno duecento grammi di mirtilli più duecento millilitri di acqua. A distanza di una settimana hanno ripetuto l’operazione ma dopo i duecento grammi di mirtilli hanno assunto duecento millilitri di latte intero.

In entrambi i casi, gli undici volontari sono stati sottoposti a prelievi di sangue sia prima sia una, due e cinque ore dopo il consumo dei mirtilli.

I risultati, pubblicati sul periodico Free Radical Biology and Medicine hanno evidenziato come i mirtilli inducano un significante potenziamento delle difese antiossidanti plasmatiche endogene e dei livelli di acido caffeico e acido ferulico nel plasma, a patto che non li si assuma con il latte, visto che in quel caso non si verifica alcun potenziamento delle difese antiossidanti plasmatiche e si evidenzia addirittura una diminuzione delle concentrazioni degli acidi caffeico e ferulico nel plasma.

«[…] importante comprendere come l’associazione tra alimenti diversi», sottolinea Serafini, «possa modificare sostanzialmente le loro proprietà antiossidanti in vivo e la biodisponibilità delle molecole bioattive in essi contenute. Tanto più che, in una normale alimentazione, i cibi vengono consumati nell’ambito di un pasto, cioè associati tra loro, con effetti che potrebbero essere molto diversi da quelli che ci aspetteremmo e che avremmo se gli alimenti fossero consumati da soli.  Capire come funziona questo meccanismo consentirebbe di valutare correttamente il ruolo degli antiossidanti di origine vegetale nella prevenzione dello stress ossidativo in vivo e di suggerire ai consumatori le corrette modalità di consumo per ottimizzare l’apporto di molecole bioattive funzionali».

Vito Vivanti