Oltre ad essi i ricercatori hanno esaminato ossa di animali raccolti in ottantadue siti archeologici, al fine di confrontare i tipi di grassi presenti nei vasi con i tipi di animali che nelle varie aree venivano allevati. Uno degli aspetti più interessanti, tra le varie conclusioni a cui il lavoro è giunto è che 7mila anni prima di Cristo latte e derivati erano ben diffusi da Oriente a Occidente in tutto il Mediterraneo Settentrionale, ma che in determinate aree, come in Grecia, si mangiava prevalentemente carne.
Dal canto loro, i chimici Mélanie Roffet-Salquë e Richard Evershed, dell'Università di Bristol, nel Regno Unito, hanno aggiunto una interessante osservazione sulla variegata presenza di varie specie animali in diverse e determinate aree. «Questo nuovo studio multidisciplinare», ha sottolineato Mélanie Roffet-Salquë, «ci ha permesso di confermare che nel Mediterraneo del Nord, nel Neolitico, l'allevamento di animali da reddito era diversificato per specie», in base alla conformazione orografica del territorio.
Deduzione che trova conferma nelle parole di Rosalind Gillis e Jean-Denis Vigne, archeozoologi presso il Centre National de la Recherche Scientifique di Parigi, secondo cui già a quell'epoca l'uomo aveva capito che «i terreni accidentati sono più adatti alle pecore e alle capre, mentre i paesaggi più aperti e ricchi d'acqua sono maggiormente idonei per i bovini».
Lo studio è stato pubblicato online 14 novembre scorso sulla rivista Proceedings of National Academy of Sciences ed è raggiungibile cliccando qui.
21 giugno 2016