6 luglio 2009 – Quando il benessere animale è realmente tale e non un’astratta direttiva, facilmente aggirabile dagli allevatori, allora anche il latte e la carne ne guadagnano in salubrità e gusto.
Se nel mondo anglosassone questo è un assunto basilare e indiscutibile, fondato su una vera e propria cultura del rispetto degli animali in genere, e quindi anche di quelli da reddito, da noi torneranno buoni i finanziamenti recentemente erogati dall’Ue (decine di migliaia le domande per accedervi, presentate in queste settimane ai competenti uffici delle Regioni italiane) per sperare di vedere qualche stalla in più che non faccia rabbrividire per lo stato in cui versa.
Lo stanziamento della Commissione Europea, che rientra nel piano di sviluppo rurale 2007-2013 e risponde al nome di “Pagamenti per il benessere degli animali”, è indirizzato a incentivare gli “interventi specifici in grado di aumentare la qualità di vita degli animali, partendo dall’individuazione di parametri relativi alla gestione aziendale di un allevamento che possono avere una influenza significativa sul benessere dell’animale”.
Le intenzioni comunitarie sono chiare, quindi: valorizzare l’ambiente in cui vivono gli animali, attraverso modelli di gestione compatibili con l’ambiente che li circonda. Per fare questo viene sostenuta nell’arco di cinque anni l’adozione di impegni in grado d’apportare benefici negli allevamenti di ovicaprini e vaccini da latte e in quelli dei bovini da carne.
Il finanziamento prevede diverse combinazioni d’impegni e remunerazioni, ed eroga per ogni anno e per ciascun capo adulto sino a 103 Euro per le pecore e le capre da latte, 102 Euro per le vacche da latte e 98 Euro per i bovini da carne.
I fondi stanziati contribuiranno a perseguire l’obiettivo specifico dei piano di sviluppo rurale relativo alla conservazione della biodiversità e tutela delle specie selvatiche e di quelle allevate.