Perquisizioni e sequestri mirati della Guardia di Finanza, lunedì mattina scorso, ai “piani alti” di Lactalis Italia e Parmalat, nell’àmbito delle indagini sull’acquisizione della Lactalis Usa da parte dell’azienda di Collecchio, che come si sa è da oltre un anno nella mani della multinazionale francese della famiglia Besnier (attualmente detentrice dell’83,33% delle azioni).
Contemporaneamente gli agenti hanno operato analoghi provvedimenti, sequestrando preziose documentazioni nelle sedi della società di revisione dei conti Pricewaterhouse Coopers, di Mediobanca-Banca Credito Finanziario e di uno studio legale con sedi a Milano, Roma e Bologna, che a vario titolo erano state coinvolte nell’operazione. A quanto trapelato sinora, le ipotesi di reato contestate sarebbero l’appropriazione indebita, con le aggravanti dell’abuso di autorità e del danno patrimoniale grave.
L’operazione sarebbe scaturita da un’indagine penale operata dalla Procura della Repubblica di Parma per accertare ogni dettaglio sulla dissipazione di una buona parte del tesoretto eredità della gestione Bondi (il passaggio di Lactalis Usa è costato alla Parmalat 905 dei 1.500 milioni “accantonati” nella precedente gestione) per concludere un’operazione che ai più è sembrata strumentale al trasferimento dell’ingente somma nelle casse della casa madre.
La contestazione di appropriazione indebita riguarderebbe la possibilità che dei dirigenti del gruppo abbiano permesso agli amministratori di realizzare un’operazione facendo una spesa che non avrebbero dovuto fare, ed è proprio sui dirigenti che le ispezioni hanno concentrato le loro attenzioni. In un articolo di mercoledì scorso, il Fatto Quotidiano ha rivelato i nomi di alcuni di loro, tutti in forze all’azienda di Collecchio: dal presidente Franco Tatò all’amministratore delegato Yvon Guérin, dal direttore generale Antonio Vanoli agli amministratori Francesco Gatti, Marco Reboa e Antonio Sala.
L’inchiesta della Procura di Parma procede in parallelo ad un’ispezione civile avviata nei mesi scorsi dal Tribunale di Parma, a seguito di un esposto di alcuni azionisti di minoranza della stessa Parmalat. Nel contesto di questo procedimento civile, il 26 ottobre scorso si è già tenuta una prima udienza per la trattazione in camera di consiglio e per la comparizione delle parti nel procedimento, anch’esso incentrato sull’acquisto di Lactalis Usa. Nelle due successive udienze (il 27 e il 29 novembre scorsi) sono stati sentiti i membri del Consiglio d’Amministrazione di Parmalat, assente il solo Tatò, che verrà ascoltato in una delle prossime udienze, congiuntamente ai membri del collegio sindacale.
Nel frattempo, a causa di questo duplice scossone, martedì scorso il titolo Parmalat ha fatto registrare in Borsa una perdita secca dell’1,2% e una forte attività speculativa (transazioni di nove volte superiori a quelle del periodo: 387mila pezzi in un solo giorno, contro la media di 40mila).
15 dicembre 2012