Grana Padano bifronte tra recessione diffusa e mercati alternativi

4 marzo 2009 – Chiaroscuri per le vendite di Grana Padano, che nel 2008 (dati AC Nielsen) hanno fatto registrare un segno positivo sul mercato interno (+3,3%) per quanto concerne il giro d’affari, che beneficia fortemente della migrazione di consumatori dal Parmigiano-Reggiano, e una sorprendente flessione dell’export (-2,8%), dopo oltre dieci anni di significativa crescita, «in conseguenza», commenta il Consorzio di Tutela, «della crisi economica e di riflesso dei consumi, che ha attanagliato e sta ancora interessando il mondo globalizzato».

Nella recente assemblea del consorzio (27 febbraio), sono state focalizzate le due problematiche più critiche di cui il sistema Grana Padano sta soffrendo: «la disordinata frammentazione dell’offerta all’ingrosso del Grana stagionato nove mesi da parte dei caseifici produttori» e «la sregolata concorrenza che gli operatori commerciali si fanno nel fornire la Distribuzione Organizzata». In altre parole un sistema che fatica a fare sistema e che si ritrova stretto nella morsa che accomuna tutto il comparto: da una parte i costi di gestione in continua crescita e dall’altra un mercato in forte recessione, che paga sempre meno (e che a volte non copre i costi di produzione) il prodotto.

In un panorama così poco brillante, in cui le cause degli insuccessi sono fortemente generalizzate e parzialmente dovute agli andamenti del mercato, fa piacere notare come realtà che si distinguono in termini qualitativi e in intelligenti strategie di marketing riescono a spuntare risultati di qualche pregio.

Tra queste, rimanendo sempre alla realtà del Grana Padano, vanno ricordati i produttori della montagna piacentina, che attraverso una filiera zootecnica meno standardizzata e più attenta all’alimentazione delle bovine, sono in grado di caseificare senza ricorrere al lisozima, e alcuni produttori che hanno fatto la scelta del biologico, intravedendo in quel mercato margini di crescita e di manovra ancora interessanti. Tra tutti i produttori di Grana Padano bio, interessante risulta l’esperienza del Biocaseificio Tomasoni di Gottolengo, in provincia di Brescia, che dopo essersi sganciato dalle morse della Grande Distribuzione Organizzata, ha saputo in questi anni andare incontro alla realtà dei Gruppi di Acquisto Solidale, instaurando con essi un intelligente rapporto di collaborazione.

Alcuni Gas hanno sottoscritto a favore del caseificio Tomasoni un finanziamento della durata di diciotto mesi attraverso la cooperativa finanziaria etica Mag 2 Finance, ottenendone un prodotto “pulito”, ben stagionato ed economicamente conveniente, attraverso un intervento finanziario che consente appunto la permanenza delle forme in stagionatura per due anni.

Ancora una storia che racconta come i consumatori che non vogliano soggiacere alle costrizioni del mercato globale possano, incontrando produttori flessibili, oculati e realmente alternativi, trovare una via diversa dalle usuali, che li liberi dal ruolo di passività che contraddistingue sempre più il segmento consumer.