31 marzo 2009 – Ancora una volta un disciplinare si ritrova a subire delle spinte che lo porteranno a cambiare e ancora una volta non a vantaggio dei consumatori bensì per adattarsi alle esigenze di chi lo produce. Stiamo parlando di quello che una volta era detto il “re dei formaggi”, vale a dire del Parmigiano-Reggiano, le cui associazioni di base stanno ripensando il sistema di marchiatura, ma anche di conformare a proprio vantaggio una serie di questioni commerciali alla luce delle gravi problematiche che hanno investito il prodotto negli ultimi mesi.
E così accade che due grosse realtà come Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare dell’Emilia-Romagna si spingano sino a proporre loro stesse al Consorzio di Tutela, in rappresentanza di una base di produttori sempre più in affanno di poter arrivare a un “contratto tipo” che renda più trasparenti le condizioni di vendita, al fine di contrattare con la Gdo (la grande distribuzione organizzata) le iniziative promozionali, e – udite udite: l’impensabile sino a poco tempo fa – di accordarsi con il Consorzio di Tutela del “facsimile” Grana Padano per indagini comuni sui consumi.
Nella richiesta presentata dalle due grandi realtà cooperative al Consorzio di Tutela del Parmigiano-Reggiano si legge che è «prioritario rivedere il regolamento di marchiatura per valorizzare al meglio la qualità delle produzioni e indirizzare l’azione del laboratorio prevalentemente sulla ricerca e la sperimentazione».
Nella richiesta presentata dalle due grandi realtà cooperative al Consorzio di Tutela del Parmigiano-Reggiano si legge che è «prioritario rivedere il regolamento di marchiatura per valorizzare al meglio la qualità delle produzioni e indirizzare l’azione del laboratorio prevalentemente sulla ricerca e la sperimentazione» e si parla anche della necessità di definire un “contratto tipo” che renda trasparenti le condizioni di vendita.
Su quest’aspetto, tanto la Fedagri-Confcooperative quanto la Legacoop Agroalimentare regionali hanno definito «indispensabile intensificare l’azione di confronto con la Gdo per arrivare alla firma di un “manifesto etico di comportamenti”, in base al quale le promozioni dovranno riguardare soltanto la produzione di qualità garantita, assicurare prezzi tali da consentire la copertura dei costi di produzione e il rafforzamento del legame tra il prodotto e il territorio ed evitare l’attivazione di aste di acquisto al ribasso».
Per raggiungere quest’ultimo obiettivo sarebbe indispensabile un accordo con il Consorzio del Grana Padano al fine di realizzare indagini comuni sui consumi («per ottenere dati uniformi e comparabili») e, soprattutto, trovare un accordo di non belligeranza che non presti il fianco ai soli vantaggi della Gdo.