Origine del latte in etichetta: ancora un ”no” da Bruxelles

foto Pixabay©

Ancora un secco “no” alla richiesta di maggiore “trasparenza” per i prodotti alimentari. È arrivato dalla Commissione Europea, in risposta al progetto presentato nel novembre del 2012 dal Governo italiano, per introdurre l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del prodotto di vari alimenti tra cui il latte Uht, il latte pastorizzato microfiltrato e il latte pastorizzato ad elevata temperatura. Il rifiuto, firmato dal commissario Ue per la salute Tonio Borg, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale europea.

Non è la prima volta che il nostro Governo si vede rifiutare una tale richiesta, da quando, nel 2009 il ministro Luca Zaia si fece primo portavoce di un dissenso generale, che una volta tanto accomuna, seppur con ragioni diverse, allevatori, associazioni agricole e consumatori.

Questa recente istanza italiana metteva in evidenza che la misura si rivela “necessaria per garantire la protezione degli interessi dei consumatori, oltre a rafforzare la prevenzione e la repressione delle frodi alimentari”. Dal suo canto la Commissione Europea replica sottolineando che la direttiva europea esistente (la n.13 del 2000) prevede già ”un meccanismo appropriato” (sarebbe interessante apire quale, ndr) “contro il rischio che il consumatore sia indotto in errore sulla provenienza e l’origine di un determinato prodotto alimentare”.

La Commissione europea sottolinea poi che ”spetta agli operatori del settore alimentare garantire che le informazioni relative al luogo di origine o di provenienza siano presenti sull’etichetta qualora la loro omissione possa creare confusione nel consumatore. Quanto alle autorità nazionali devono verificare il rispetto di quell’obbligo”. Voci di corridoio palesano quelle che potrebbero essere le reali ragioni dietro l’ennesimo diniego, vale a dire che nella decisione di Bruxelles potrebbe aver pesato il fatto che proprio sull’origine del latte e delle carni è in corso un’ampia riflessione all’interno della Commissione Europea. Speriamo che presto qualcuno, in quella sede, decida di decidere qualcosa, anziché continuare a non decidere e a rispondere “no”.

9 settembre 2013