Prezzo del latte: nessuna cura per il malato ma solo pannicelli caldi

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4 maggio 2009 – Dal prezzo di vendita alla stalla, che non copre più neanche le spese, alla inadeguatezza dei controlli del latte d’importazione, i sindacati agricoli rivendicano la necessità di aprire al più presto un tavolo di trattative col Governo, al fine di restituire la giusta redditività al comparto zootecnico e riassicurare al consumatore la giusta sicurezza alimentare.

Se da un canto la riduzione dei livelli produttivi europei (-1,5% nel gennaio scorso rispetto a quello del 2008) potrebbe far pensare che i produttori possano spuntare qualche cent in più, dall’altro accade che il latte esportato dai Paesi dell’Est in quantità massiccia e a prezzi stracciati (27 centesimi di Euro al litro) abbia innescato un fenomeno speculativo diffuso da parte dell’industria, passata a remunerare i nostri produttori da 42 centesimi al litro del 2008 agli attuali 34-35 centesimi.

Da alcuni mesi quindi le organizzazioni sindacali alzano la voce richiedendo al Governo un intervento salvifico che però tarda ad arrivare, anche perché in certi gineprai non è e non sarà facile mettere le mani, laddove Assolatte fa orecchi da mercante, sostenendo che gli allevatori italiani percepirebbero più di altri loro colleghi europei, e la crisi che attanaglia il “sistema grana” non trova una soluzione in grado di risollevare le sorti del “formaggio più venduto dagli italiani” (il Grana Padano stagionato 12-15 mesi, che spuntava 7,15 Euro al chilo nel novembre 2007 oggi incassa appena 6,28 Euro).

Nel frattempo al capezzale del malato si apprestano premurosi alcuni governi locali, che non disponendo di terapie in grado di risolvere il caso, quantomeno si prodigano nell’offrire al paziente i classici “pannicelli caldi”, che altro non potranno fare che garantire sollievo per qualche settimana senza però risolvere un bel nulla. È di oggi la notizia che il tavolo regionale del latte piemontese, riunitosi nella sede della Regione Piemonte, ha garantito per il periodo aprile-giugno un accordo più vantaggioso (ma di pochi centesimi di Euro al litro, ndr) per i produttori.

“Nel corso dell’incontro”, sottolinea una nota della regione, “è emersa la comune consapevolezza dell’estrema incertezza dei mercati, che non consente oggi una previsione su tempi medio-lunghi” Allo stesso tempo è stata ribadita con forza, tanto dalla parte agricola quanto dalla parte industriale, “la necessità per tutti di dare un segnale di prospettiva al settore, in un momento complesso, auspicando un’evoluzione della situazione di mercato nei prossimi mesi”.

Il tavolo verra’ riconvocato la prossima settimana, in attesa che tutte le rappresentanze possano svolgere verifiche interne. Le componenti del tavolo, hanno inoltre concordato di costituire tre gruppi ristretti di lavoro a carattere tecnico, composti da rappresentanti delle parti agricola e industriale, per affrontare le problematiche specifiche dei comparti: latte, formaggi freschi e formaggi stagionati, per arrivare a documenti comuni che possano costituire un supporto concreto per la discussione in sede di tavolo generale.