
Fieragricola è alle porte (6-9 febbraio) e gli esperti del mercato internazionale fanno già a gara nell’interpretare e nel prevedere fenomeni e scenari per l’anno che è appena iniziato. Riflettori puntati innanzitutto sul ”ciclone Cina”, grazie alla cui dinamicità sia le quotazioni del latte in polvere che quelle del latte “spot” (sfuso in cisterna) dovrebbero mantenere una remunerazione molto interessante.
“A livello mondiale”, sottolinea Fieragricola sulla base dei dati Clal (la piattaforma che monitora il settore a livello mondiale), “la Repubblica Popolare di Cina sta acquistando notevoli quantità di latte” e rappresenterebbe “il primo importatore al mondo nel settore” avendo operato “nel 2012 l’acquisizione di 1.220.000 tonnellate di prodotti lattiero caseari, vale a dire l’11% dei volumi mondiali” di settore.
Ma non solo. Sul fronte del latte in polvere intero, “la Cina ha importato 405.000 tonnellate (il 18% degli scambi mondiali). Notevoli anche i ritmi tenuti nei primi undici mesi del 2013: +71% le importazioni di latte, per 110.000 tonnellate di latte sfuso e confezionato e 140.000 tonnellate di latte per l’infanzia”.
Dal canto loro, “i prodotti lattiero-caseari, tra gennaio e novembre 2013, hanno registrato un +37,27%, per complessive 821.000 tonnellate fra polvere di latte intero, polvere di latte scremato, burro e formaggi. Bene anche per i derivati, dalla polvere di siero (+16,12%, per 402.000 ton.) al lattosio e caseinati (+10,64%, per 88.000 ton). Un altro elemento che fa ipotizzare un 2014 in crescita sul piano delle quotazioni del latte è legato alle produzioni”.
Inoltre, “l’Australia, tra gennaio e novembre 2013” – spiega Fieragricola – “ha prodotto -5,58% su base tendenziale e così il burro (-7,15%), i formaggi (-9,56%) e le polveri (rispettivamente -12,56% per la polvere di latte intero e -12,14% per quella scremata) sono in netto ribasso; con gli Usa che si attestano ad un +0,46% per il latte, e l’Europa ad un +0,23%”.
Il mercato, in sostanza, sta attraversando una fase definita “frizzante” che potrebbe avere ripercussioni favorevoli anche sul prezzo del latte in Italia, il cui contratto di fornitura all’industria di trasformazione è in scadenza – per molti produttori – alla fine di questo mese.
L’ottimismo che già si avverte anche in Italia induce a pensare che, alla luce di questi trend al rialzo, i vantaggi possano essere registrati sia dagli allevatori italiani che dai produttori dei formaggi dop, Grana Padano e Parmigiano-Reggiano in testa. “Sulla piazza di Mantova”, rivela Fieragricola, “il Grana Padano 10 mesi è quotato 7,50€/kg (+7,13% rispetto allo stesso periodo del 2013), il Parmigiano-Reggiano 12 mesi 9,20€/kg, con un +4,54% su base tendenziale”. Tutti indizi che lasciano pensare che nelle prossime settimane la quotazione del latte alla stalla possa superare gli attuali 42€cent/lt.
20 gennaio 2014