Formaggi ed Expo: i presupposti per la farsa si fanno concreti

Quale formaggio per quale Expo? La domanda s'impone, a poco più di un anno di distanza dalla manifestazione milanese (1º maggio – 31 ottobre 2015) , dopo che già diverse realtà produttive aggregate, consorzi, enti locali e faccendieri vari hanno dichiarato ognuno qualche primato o esclusiva che porterà (o che dovrebbe portare) i propri "pupilli" caseari all'interno dell'importante vetrina internazionale.

La grave affermazione rilasciata da Gerardo Beneyton al sito web Valle d'Aosta GlocalUn'occasione troppo ghiotta – e di una tale visibilità mondiale – per non pensare che i suoi attori si divideranno la scena chi accaparrandosi i ruoli di primo piano (molti i prodotti "pilotati" con fermenti lattici selezionati e da zootecnia stabulata, ma i numeri si sa chi può farli, e cosa portino con sé), chi accontentandosi di raccogliere le briciole, pur di partecipare. "Dopotutto" – penseranno in molti – "meglio esserci che non esserci", a costo di fare la comparsa in nome di un mondo rurale sempre più marginale ma iconograficamente utile a tutti (quante vacche al pascolo – e non è una novità – nelle pubblicità delle industrie?).

 

Ad aggiungersi giorni fa alla sempre più lunga lista di chi ci sarà, è stato il mestamente noto Gerardo Beneyton, politico valdostano che da anni ha dato vita a Caseus Montanus, legando il proprio nome alle Olimpiadi dei Formaggi di Montagna. Intervistato durante il Vinitaly – dove ha incontrato il ministro delle risorse agricole, Maurizio Martina, il commissario del Padiglione Italia dell'Expo, Diana Bracco e il presidente di VeronaFiera, Ettore Riello – Beneyton ha confermato che la sua organizzazione ha già presentato la candidatura per un'edizione "speciale" delle Olimpiadi dei Formaggi all'Expo 2015.

 

«Il nostro progetto», ha dichiarato Beneyton all'agenzia giornalistica Ansa, «è stato accolto favorevolmente tanto che ci saranno nuovi incontri a Roma, Milano e Verona, per nuovi incontri costruttivi, come li hanno definiti i miei interlocutori».

 

A seguire il file rouge delle grandi manovre dei soliti noti (leggi qui) appare evidente che si tratta della concretizzazione di un progetto avviato nel luglio scorso in quel di Pollenzo dallo stesso Beneyton e da mister Eataly, alias Oscar Farinetti, oltre il quale appaiono ora agghiaccianti alcune dichiarazioni che lo stesso Beneyton avrebbe rilasciato al quotidiano online Valle d'Aosta Glocal (leggi qui) secondo cui – riportiamo fedelmente – il politico valdostano avrebbe dichiarato che "l’edizione Expo 2015 delle Olimpiadi dei Formaggi di montagna sarà aperta a tutti i formaggi, non solo a quelli prodotti oltre i 600 metri di altitudine".

 

Dopo che altri eventi del settore hanno ospitato in passato prodotti fatti sì in montagna ma con latti di animali allevati in stalla – o con latti di pianura – non ci meravigliamo (quasi) più di nulla. Prendiamo nota della cosa, per essere presenti – per noi stessi e per ognuno dei nostri lettori – e testimoni di quanto accadrà, tra tredici mesi esatti, nel corso dell'Expo.

 

14 aprile 2014