Il “nuovo che avanza” porta in Ue l’ex ministro De Castro

Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo – foto European Parliament®

21 luglio 2009 – Sarà l’ex ministro Paolo De Castro, volto noto e prossimo agli interessi delle cooperative bianche e biancorosse e al mondo della grande industria, a presiedere nella prossima legislatura del Parlamento Europeo la Commissione agricoltura e sviluppo rurale.

Nell’assumere l’incarico, De Castro ha avuto modo di commentare che «si tratta di una legislatura fondamentale per costruire l’Europa del futuro», vale a dire per chiudere il cerchio della Pac (Politica Agricola Comunitaria) attorno agli interessi dei gruppi di potere, svuotando per quanto si possa il mondo rurale della sua sostanza più autentica (gli incentivi richiesti dal ministro Luca Zaia e subito promessi dalla Fisher Boel ai piccoli che vogliano chiudere ne sono la lapalissiana conferma, ndr).

In un eccesso di spavalda chiarezza, De Castro ha aggiunto che «saremo noi a dare definizione e sostanza agli indirizzi e alle risorse che animeranno la politica agricola comunitaria dopo il 2013». Un discorso che non può che suonare come musica alle orecchie dei nuovi vertici Granarolo e di ogni altra realtà industriale in crisi, tanto per la prossimità dell’ex ministro quanto per la sostanza che trapela dalle sue dichiarazioni programmatiche, orientate a salvarne pochi ma grandi piuttosto che tanti, autentici e piccoli.

Plaudono in coro i vertici della “trimurtis agricola”, Federico Vecchioni (Confagricoltura), Sergio Marini (Coldiretti) e Giuseppe Politi (Cia). Signore e Signori, la Pac è servita. E i piccoli vadano in pace…