Una lunga e significativa intervista è stata rilasciata dal direttore generale del Consorzio di Tutela del Grana Padano, Stefano Berni, al sito web Agronotizie, che l’ha pubblicata lunedì scorso 30 maggio. in occasione della recente assemblea dei soci di Latterie Vicentine. L’incontro da cui è scaturito il botta e risposta tra Berni e il giornalista Matteo Bernardelli ha preso spunto dall’intervento che il dirigente del consorzio ha tenuto nel corso del summit dell’azienda di Bressanvido.
«Il sistema lattiero-caseario va rivisto. Serve un modello nuovo», ha dichiarato Berni, che ha sottolineato «che a studiarlo devono essere soggetti preparati, professionali e neutrali, non coinvolti direttamente con la filiera. Altrimenti, per come ci stiamo muovendo oggi, non si farà altro che mettere delle pezze, mentre molte stalle chiudono e, quelle che alla fine rimarranno in piedi, avranno ferite profonde. Occorre una rivoluzione culturale e strategica».
Secondo Berni, che per l’occasione ha messo in luce una spiccata propensione ai giochi di parole, bisogna «agire in fretta, ma non frettolosamente», alla luce del fatto che i tempi dei «40 centesimi e oltre per litro di latte non torneranno più».
Nel suo esprimersi a ruota libera, Berni ha toccato varie altre questioni (qui l’intervista, per chi voglia leggerne la versione integrale), prima fra tutte la necessità di razionalizzare alcuni servizi (legale, marketing, comunicazione, logistica) in strutture comuni a più soggetti, per garantirsi maggiore efficacia e per ridurre le spese, estendendo questa opportunità a consorzi di altri settori dell’agroalimentare (carni, salumi, vino). E poi sui fondi pubblici destinati al settore, ecco manifestarsi l’idea oligopolista di “smetterla di dare soldi a chi vuole ampliare la stalla” (ai piccoli, ndr) e “di impegnarsi a sostenere progetti consortili aggregati”.
Arriverà presto il tempo, secondo Berni, di “produrre di meno e valorizzare la massima qualità del latte, attraverso una più corretta gestione del silomais, che porterebbe a margini di miglioramento compresi tra 1,9 e 6 centesimi per litro di latte”.
Infine la dichiarazione che più fa e farà scalpore, vale a dire “il sogno che si arrivi ad un’unica realtà aggregata dei due consorzi del Grana Padano e del Parmigiano-Reggiano, per raggiungere “una maggiore sinergia fra i due formaggi, che pure dovranno mantenere la loro identità”.
Intenzioni che – non sarà un caso – trovano l’immediato riscontro nella notizia (la si apprende dal sito web www.clal.it) di un incontro pubblico (“Presidenti & Casari: insieme per produrre Dop in modo efficiente” il titolo) tra i due consorzi che si terrà giovedì prossimo 9 giugno a Sermide, nel mantovano, a partire dalle 9:30.
Eloquenti i contenuti e i relatori del convegno, tra cui spiccano:
– il Dr. Riccardo Deserti, direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, che parlerà di “Come accrescere la distintività dei formaggi duri Dop”
– il Dr. Dario Casali, specialista dairy DuPont Danisco, che relazionerà su “La ricchezza in Grana Padano e Parmigiano Reggiano di minerali buoni per la salute”
– il Prof. Germano Mucchetti, dell’Università degli Studi di Parma, che tratterà de “L’innovazione nella tecnologia casearia per i formaggi Dop duri italiani”
– e infine proprio del Dr. Stefano Berni, direttore del Consorzio del Grana Padano che chiuderà i lavori parlando di “Caseificio, compatibilità fra la trasformazione del latte in Dop ed altre destinazioni”
Concludendo, intenzioni che sino a qualche settimana fa potevano sembrare neanche confessabili, diventano ora più concrete di quanto si possa immaginare, con questa iniziativa comune alle due realtà e con dei contenuti così “affratellanti” che non lascerebbero più spazio ai dubbi.
6 giugno 2016