Ancora una volta il quotidiano Il Giornale è sulla bocca degli italiani, ma, non a causa di qualche sparata del presidente del consiglio o di un ministro in odor di trombatura. Stavolta il presidente di turno è quello di Assolatte, Giuseppe Ambrosi, che in un’intervista – che ha il sapore del megafono prestato per parlare alla politica – esterna i desiderata di chi non si accontenta di pagare il latte 30 centesimi di Euro al litro affamando gli allevatori e cerca di spiegare cosa serva, a suo avviso, per andare avanti nel settore lattiero-caseario.
Non è un caso che l’esternazione del numero uno della lobby lattiero-casearia esca in questo momento (il 19 scorso, sotto forma di articolo dal commovente titolo “La caciotta italiana? Rischiamo di perderla”) in coincidenza con la conversione in legge del decreto Ronchi, Dl n.135/2009 sulla tutela del made in Italy alimentare e l’esclusione da esso di materie prime estere, e mentre il ministro Zaia continua imperterrito a portare avanti la sua personale battaglia sulla tracciabilità dei prodotti caseari in Italia.
Gli industriali italiani, secondo Ambrosi, avrebbero in sostanza bisogno di maggiore libertà, oltre a quella di fare formaggi italiani con latte straniero. E le libertà a cui si riferisce sono quelle di poter usare caseinati e proteine, come avviene in larga parte all’estero, per vedere finalmente l’Italia “al passo”, una volta tanto, con i “Paesi evoluti”.
I consumatori sappiano, il ministro ci dia questa benedetta tracciabilità, e poi sarà il mercato a fare le proprie scelte.
24 novembre 2009
Per chi non creda ai propri occhi e/o desideri approfondire, l’articolo del Giornale è raggiungibile da qui