Gli allevatori lombardi di certo non ridono, dopo aver subìto ieri – ancora una volta – il prezzo indecente dell’industria, che per un litro di latte, si è “impegnata” a pagare (per i prossimi sei mesi) 33,156 centesimi di Euro . E seppure qualcuno tenti di proporre chiavi di interpretazione a volte buoniste e a volte rassegnate, quello che ancora risuona nelle orecchie degli addetti ai lavori sono le parole pronunciate dal presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni, neanche una settimana fa. Parole che hanno offerto una chiave di lettura difficilmente accettabile dal mondo allevatoriale, che in un incontro pubblico a Cremona si è prodigato per offrire una chiave di lettura tanto inconsueta quanto per molti versi sconcertante.
Secondo Vecchioni è ora necessario ripristinare le risorse a sostegno dei contratti di filiera per aiutare lo “spirito di lobby” fra imprese agricole e industrie agro-alimentari (ma quale lobby, se gli industriali hanno sempre imposto la legge del più forte, facendo loro i prezzi, sempre a discapito dei produttori?, ndr), i cui “buoni rapporti” «soffrono delle trattative sul prezzo dei prodotti agricoli».
In particolare, il numero uno di Confagricoltura si riferisce a quella sul latte, rammentando i presìdi con cui gli allevatori, nelle scorse settimane, hanno bloccato diverse industrie del nord Italia. A tale proposito, dice Vecchioni, «dobbiamo imparare a distinguere il momento contrattuale dal momento lobbistico e strategico, nel quale le imprese produttrici e trasformiere devono disegnare insieme le strategie dell’agri-business»: un sogno irreale e irrealizzabile, che preluse l’auspicio di «evitare di caricare di troppa tensione il momento contrattuale» e di «cercare strategie invece di colpevoli».
Con l’atteggiamento industriale che rimane sempre quello di imporre le proprie necessità e i propri prezzi (modellati sui più bassi proposti dal mercato mondiale, ndr) quella di Vecchioni appare agli occhi degli allevatori e degli agricoltori una mera utopia, se non un’offesa al grave momento di difficoltà che la “base” sta attraversando.
13 gennaio 2010