L’ultimo braccio di ferro tra il ministro Galan e Lega Nord in materia di quote latte lo pagheremo tutti noi, ahinoi!, ovvero ogni contribuente italiano, a seguito dell’ennesima procedura d’infrazione che l’Ue comminerà al nostro Governo, ancora una volta per il mancato rispetto delle disposizioni comunitarie .
È così che andrà a finire, purtroppo, la questione delle multe agli splafonatori, dal momento che cinque deputati del Carroccio hanno presentato un emendamento al “decreto milleproroghe”, poi approvato, procrastinando così di altri sei mesi il pagamento delle sacrosante multe agli ultimi irriducibili.
Detta con le parole testuali di Galan, rimane certo che «chi è stato illuso di poter non pagare le multe, dovrà pagarle». E il riferimento sottinteso ma neanche tanto è al predecessore Luca Zaia e alla Lega tutta che negli anni scorsi e a più riprese avevano lanciato strali di guerra verso Bruxelles per multe a loro detta non dovute e messaggi rassicuranti al “popolo degli allevatori”, in specie padani, affinché si potessero sentire protetti e liberi nel non pagare il dovuto.
Ma il peggio è venuto quando il Parlamento, attraverso le Commissioni Bilancio e Affari Costituzionali del Senato ha deciso di bloccare il regolare trasferimento di fondi (80 milioni di Euro) all’Associazione Italiana Allevatori, quasi a compensare con un’azione “calmierante” l’elargizione indebita, di cui beneficeranno un manipolo di irregolari impenitenti. La motivazione? “Mancanza di fondi”.
Il danno per il mondo allevatoriale sarà di certo grande, se è vero com’è vero che a rubinetti chiusi l’Aia rischierà il tracollo, e con esso la zootecnia italiana rischierà di trovarsi allo sbando, visto che l’associazione è saldamente alla base dell’intero sistema zootecnico nazionale. Ad essa sono associate trentasei associazioni nazionali per specie e razza (Ana), sedici associazioni regionali (Ara) e novantadue associazioni provinciali (Apa).
All’associazione fanno capo la tenuta degli alberi genealogici di razza e la gestione dei controlli funzionali, operati attraverso le Ana e le Apa. Ora, oltre il danno, la beffa, visto che senza quell’erogazione salteranno le attività di controllo delle “attitudini produttive per ogni specie e tipo zootecnico”, previste per il 2011 sulla riproduzione animale e da attuare tramite le Apa (con un costo a bilancio di 56,5 milioni di Euro).
Una decisione che rischia di procurare conseguenze drammatiche all’intero sistema zootecnico nazionale, se solo si pensa che presso le Apa sono gestiti i libri genealogici e dei controlli, e che le attività di controllo per specie e razza sono regolate da disciplinari approvati con decreti del MiPAAF. Che scenario ci si prospetta se solo pensiamo che il futuro lavorativo dei quattromilacinquecento dipendenti delle Apa è ora a rischio? Interverrà forse la Lega Nord per salvare il sistema zootecnico italiano, dopo che è indebitamente e ripetutamente intervenuta a favore degli irresponsabili splafonatori?
4 febbraio 2011