Aumentano i consumi di latte ma l’Italia è ancora al palo

I consumi di latte a livello mondiale sono in continua crescita e dovrebbero raggiungere entro il 2012 i 201 miliardi di litri, con un vero e proprio balzo in avanti dell’Europa orientale e dell’Africa. In Italia nel corso del 2010 gli acquisti domestici sono ammontati a oltre 2,4 miliardi di litri, facendo registrare un progresso dell’1,4% rispetto al 2009. I dati, resi noti l’altroieri dall’Assolatte, lasciano emergere un elemento poco felice per il nostro Paese, in cui, pur progredendo, i consumi risultano ancora bassi rispetto agli altri Paesi del Vecchio Continente: appena 56 litri annui procapite, contro i 108 della Spagna, i 106 litri del Regno Unito e gli 87 litri della Francia.

Per promuovere questo alimento, mercoledì prossimo, 1° giugno, si celebrerà in tutto il mondo l’11a Giornata Mondiale del Latte, istituita dalla Fao.

C’è inoltre da sottolineare l’altro elemento negativo presente in tutti i Paesi industrializzati, vale a dire il grave ritardo, rispetto ad esempio al settore enologico, nel conseguire una qualità reale del prodotto. La gran parte del latte in commercio infatti deriva da vacche in stabulazione, la cui alimentazione (unifeed, insilati, mangimi, etc.) è assai lontana da quella offerta dal pascolo e dai foraggi del territorio.

In questo senso in Italia si guarda con particolare favore e simpatia la realtà del Latte Nobile dell’Appennino Campano, unico ad offrire, ad oggi, i vantaggi (Cla, Omega3, betacarotene, Vitamine A ed E in misura assai maggiore rispetto ad altri latti, ndr) derivanti da una buona alimentazione delle bovine.

27 maggio 2011