Tagliare più di mille posti di lavoro in un sol colpo dopo aver invaso il mercato con una campagna pubblicitaria senza precedenti. È una delle contraddizioni dell’economia statunitense di questi tempi, e della Kraft Usa in particolare, legata alla dilagante crisi economica e al conseguente cambiamento dei costumi alimentari, indotti dalla crisi stessa e ben sostenuti da una martellante campagna di advertising.
Una pianificazione pubblicitaria basata su claim come “Fai qualcosa di straordinario”, “Fai qualcosa di espressivo” e “Fai qualcosa di epico” (dove non si capisce cosa ci sarebbe di epico nel preparare in casa un pasto che più globalizzato non si può) che è costata una cifra record superiore ai 50milioni di dollari Usa (il più grande singolo investimento negli ultimi dieci anni nel settore caseario, ndr), investiti per lanciare la nuova linea di prodotti “Kraft Fresh Take”. La proposta è quella di combinare questi nell’uso di cucina in abbinamento ad altre quattro gamme di prodotto come Kraft Singles, Kraft Grated Parmesan, Kraft Shredded Cheeses, Kraft Natural Slices. In sostanza la “creatività in cucina”, a basso costo e a dubbia salubrità alimentare (il pensiero indotto: è bello rimanere a casa a mangiare laddove sei costretto a farlo per paura della crisi o mancanza di risorse economiche).
Ma il clamore che accompagna il nuovo investimento del colosso alimentare Usa è dovuto all’annunciato taglio, nel 2012, di milleseicento posti di lavoro nelle unità produttive e commerciali degli Usa e del Canada. Questa mossa segue la strategica scorporazione della Kraft Food avvenuta nello scorso agosto con la creazione di due distinte unità specializzate, una nei prodotti “snack” e l’altra nei prodotti “grocery” (drogheria). I principali marchi della Kraft in Nord America sono Cadbury, Jacobs, LU, Maxwell House, Milka, Nabisco, Oreo, Oscar Mayer, Philadelphia, Tang and Trident.
20 gennaio 2012