Un altro schiaffo per l’Italia del latte

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4 dicembre 2008 – Grazie all’Unione Europea, dal prossimo primo gennaio il formaggio lo si potrà fare anche “senza mucche”. È quello che ci racconta la Stampa di Torino di domenica scorsa, titolando con buona fantasia un articolo del presidente di Slow Food Roberto Burdese.

La sostanza è che con l’anno nuovo gli Stati membri dell’Unione Europea saranno liberi di autorizzare l’uso di caseine e caseinati nella produzione di formaggi non Dop, sino alla misura del 10% degli ingredienti utilizzati.

Il regolamento inerente questa materia è il n.760/2008 dello scorso 31 luglio, che impone l’obbligo di indicazione in etichetta di questi ingredienti. I pochi consumatori avvezzi a leggere questo tipo di informazioni, nel fare la spesa saranno quindi avvisati, anche se ben pochi di loro capiranno le gravi conseguenze di questa novità.

Accadrà che la stragrande maggioranza degli Stati europei autorizzeranno questo cambiamento, che caseine e caseinati (in arrivo a buon mercato da Australia e Nuova Zelanda) permetteranno alle industrie di abbassare i prezzi di produzione, e che il prezzo del latte, già insufficiente oggi a portare reddito ai produttori calerà ulteriormente. L’Italia, inserita oramai in un mercato sempre più globale, potrà decidere di consentire o meno questa novità, ma di per certo il contraccolpo si farà sentire anche da noi, e la previsione è infausta – ne parla Roberto Rubino dalle colonne di Caseus di questo mese – e  parla di centinaia di stalle a rischio chiusura e di migliaia di posti di lavoro a rischio.

Per un comparto di per sé già in così poca salute, si tratterà del secondo schiaffone in breve tempo, dopo che l’aumento delle quote latte avrà comportato una riduzione del prezzo alla stalla che il Centro Studi di Fieragricola di Verona stima tra il 10 e il 15%.

Per chi volesse approfondire:
da Sloweb: Il buio oltre le quote di Roberto Rubino