Manchego: la disputa infiamma i rapporti Spagna-Messico

Queso Manchego – foto Zerohund© – Creative Commons License

Parmesan, Reggianito, Combozola. Il fenomeno dei formaggi “italian sounding” attanaglia le nostre produzioni da anni, ma l’Italia non è l’unica a soffrire di queste problematiche, e probabilmente ha combattuto sinora una propria battaglia per i propri formaggi, laddove la questione investe – seppur in misura diversa – altri Paesi, tra i quali, come le cronache di questi giorni ci rivelano, figura la Spagna.

A portare all’evidenza del mondo intero l’esistenza di uno “spanish sounding” è stata la deflagrazione, nei giorni scorsi, di una vivace controversia che vede coinvolti la Spagna, come parte lesa, e il Messico, Paese in cui è emersa nel tempo la discutibile produzione di formaggio Manchego, un prodotto che – come in altri casi – porta lo stesso nome dell’originale pur non assomigliando neanche da lontano a quello (di pecora il primo, vaccino l’altro).

Il Manchego, Dop dal 1996, è prodotto dal latte delle pecore di razza Manchega nelle regioni di Castiglia e La Mancia (quella di Don Chisciotte e dei mulini a vento); è un formaggio ovino a pasta compatta, con una stagionatura compresa tra u 30 giorni e i due anni. Tra le soluzioni tecniche anti-contraffazione da alcuni anni il formaggio adotta la placca di caseina in crosta, con tutti i dati necessari ad individuarne provenienza e rispetto del disciplinare di produzione.

Purtroppo, ed è evidenza recente, nel mercato messicano e in quello nordamericano imperversa un formaggio totalmente diverso – descritto da chi lo ha assaggiato come “insipido” – che sfrutta la stesse identica denominazione. Tanto insulso che in genere viene utilizzato per farcire las tortillas de maiz altrimenti note come quesadillas.

Un nome solo per due prodotti, molto differenti, quindi, ed una questione su cui la Spagna sta cercando di far valere le proprie ragioni, allo stesso modo in cui l’Italia ha esercitato il diritto di contrastare (riuscendovi in parte) fenomeni analoghi.

La questione oramai è al centro di una disputa che coinvolge l’intera Unione Europea, e che non conosce soste, tant’è che a fine anno il segretario messicano all’economia Ildefonso Guajardo, convocato dai funzionari di Bruxelles, ha incontrato Cecilia Malmstroem, commissario europeo per il commercio, per trovare una soluzione alla vicenda, attraverso un accordo che aggiornasse quello in vigore dal 2000. Le trattative vanno avanti dal dicembre del 2016, e come già avvenuto in passato, purtroppo anche l’ultima settimana di incontri si è conclusa senza un nulla di fatto.

In attesa che le istituzioni raggiungano un accordo commerciale, la vicenda ha scatenato forti polemiche tra le parti in causa. Per Ismael Álvarez de Toledo, presidente della Fratellanza del Manchego, un’associazione spagnola che tutela questo formaggio, non si tratta più e solo di un nome identico per due formaggi diversissimi. Né solamente del diritto di proteggere la propria storica denominazione. Ad essere contestato c’è il fatto che sul mercato nordamericano il vero Manchego non riesce a farsi spazio per l’equivoco che si è generato e per la pessima nomea che il formaggio si è fatta. E poi il prezzo: come fare a vendere un formaggio da 15 dollari al chilo quando ne circola uno che costa meno della metà?

Di tutt’altra opinione si è dichiarato Miguel Ángel García Paredes, presidente del Canilec l’istituzione che protegge gli interessi degli industria messicana del latte, che difende il proprio formaggio con opinabilissime tesi: «Chi vuole consumare il Manchego spagnolo», ha dichiarato García Paredes, «andrà in un negozio di specialità gastronomiche e non potrà confondersi con quello messicano.

Sono due prodotti completamente diversi che condividono un nome. Secondo noi possono coesistere». Curioso vedere come certi personaggi considerino le denominazioni un bene impunemente acquisibile, in barba al diritto. E alla decenza.

Le dimensioni del mercato

Secondo i dati prodotti da Santiago Altares, direttore della certificazione della Dop spagnola, il queso Manchego viene esportato in Messico per un totale di 80 tonnellate all’anno (2017). Dal suo canto invece, García Paredes afferma che «il 97% del Manchego consumato in Messico è di produzione locale, con giro d’affari di 5.000 milioni di pesos», vale a dire 215 milioni di euro che mancano alle casse dei produttori spagnoli. Di questi tempi davvero non poco.

22 gennaio 2018