Produrre un litro di latte in Europa costa 45 centesimi di euro, salari inclusi. Lo ha stabilito uno studio di settore commissionato dall’Emb (European Milk Board) alla società tedesca Bal – Büro für Agrarsoziologie und Landwirtschaft (ufficio di sociologia agraria e agricoltura), elaborato sulla base di rilevazioni di mercato operate dal 2013 al 2017 in Belgio, Danimarca, Francia, Germania e Paesi Bassi.
Il documento che ne è scaturito (intitolato “Milk Productions Costs”), prodotto in collaborazione con le organizzazioni degli allevatori di latte francesi Apli (Associazione dei produttori di latte indipendenti), Opl (Organizzazione dei produttori di latte) e Fmb (France Milk Board) dell’Ovest e della Normandia, permette di stilare un quadro del mercato prossimo venturo e di formulare prospettive utili al mantenimento in vita di un comparto di estrema sofferenza.
Il costo della produzione di latte vaccino in Francia”, ha comunicato lo Emb, “è di 450 euro per 1.000 litri. Ben oltre i 330 euro pagati da Lactalis e da altre aziende nel corso del 2017”.
Più in particolare, lo studio della Bal dimostra quanto il reddito indicato sia “essenziale per investire e permettersi di assumere un dipendente” se necessario. “Questa cifra”, prosegue la presentazione, effettuata nei giorni scorsi dall’Emb attraverso il proprio sito web, “deriva dall’aggiunta dei costi di produzione dopo aver dedotto i proventi delle vendite di bestiame (350,40€/1.000 litri) e il reddito dell’agricoltore (142,10€/1.000 litri), desunto l’importo dell’aiuto della Pac (41,10€/1.000 litri). L’Emb ha inoltre rilevato che tra il 2012 e il 2017 proprio il supporto ottenuto con la Pac si è ridotto di 18,80€/1.000 litri.
“L’importanza dello studio”, hanno rilevato in molti, “sta nel poter disporre di dati aggiornati e documentati che permettono di indicare con certezza i costi di produzione”. “Essi rappresentano”, è stato sottolineato, “un punto di partenza nelle discussioni a livello politico, nel calcolo e nella definizione del prezzo del latte”.
Con un prezzo medio della materia prima attorno ai 340 € per 1.000 litri (339,10€/ 1.000 litri) negli ultimi cinque anni, è stato calcolato dal Bal, la quota non coperta dei costi di produzione si attestava attorno al 27%. “Più nel dettaglio”, assicurano gli estensori dello studio, “nonostante l’aumento del prezzo del latte registrato nel 2017, i produttori erano ancora sotto di 10,72 centesimi di euro per chilogrammo di latte per riuscire a coprire i costi di produzione e ricevere un’equa remunerazione per il loro lavoro”. Per la cronaca, nel 2016, la perdita registrata è stata di circa 14,31 centesimi per ogni chilogrammo di latte prodotto.
Ad ogni modo, stanti alcune irrilevanti differenze tra regione e regione e tra Stato e Stato, “la disponibilità di cifre scientificamente calcolate”, hanno affermato i vertici di Emb, “permetterà ai responsabili delle organizzazioni di categoria europee di avanzare le loro rivendicazioni, con il fine ultimo dichiarato di intavolare trattative con l’industria.
Per chi opera nel segmento lattiero-caseario verranno sviluppati degli indicatori che porteranno ad un valore di base su cui calcolare gli spostamenti per le varie tipologie casearie, e per i vari Paesi.
Le premesse sembrano esserci, quindi, per la definizione di un piano di contrattazione con l’industria. Ora c’è da aspettare che la distribuzione organizzata sia pronta (a luglio, ndr) per elaborare i suoi dati, così che il tavolo interprofessionale possa operare in maniera corretta, senza favorire – si spera – una componente rispetto all’altra. Mentre nel nostro Paese, in Sardegna, va in scena una pantomima sul ruolo di Oilos (Organismo Interprofessionale Latte Ovino Sardo) nella definizione del prezzo del latte ovino, l’Europa che conta quantomeno prova a dire la sua e ad indicare una via di uscita alla cronica subalternità che il mondo produttivo ha nei confronti dell’industria.
5 marzo 2018
Il “Milk Production Costs” (pdf) del Bal è scaricabile cliccando qui