Nato come formaggio di Normandia, specchio di un territorio e delle sue tradizioni, fatto con latte locale di vacche di razza Normanna, lavorato rigorosamente a crudo e prodotto “a la louche” (al mestolo, ndr), dal 2021 il Camembert rischia concretamente di avere una doppia anima. O forse peggio: di scomparire per far posto alla sua brutta copia prodotta industrialmente. Ne parlammo su queste pagine alla fine dello scorso febbraio.
Un formaggio che, nonostante sia per molti l’emblema della tradizione casearia francese, rischia d’ora in avanti di fare i conti con una duplice immagine, una doppia natura e soprattutto con uno spietato concorrente che abiterà la sua stessa casa (il consorzio della Aoc, vale a dire la “Dop”), visto che le industrie lo fabbricheranno con latte pastorizzato, senza un reale legame con il territorio. E con tutta la tecnologia e il marketing di cui possono disporre.
Industrie che in qualche misura inganneranno molti acquirenti, attraverso la denominazione ottenuta dalla politica: perché tra “Camembert fabriqué en Normandie” e “Camembert de Normandie” la massa dei consumatori non percepirà alcuna differenza. Pur essendocene di abissali.
A capire cosa accadrà tra due anni e mezzo, a tre mesi di distanza dall’annuncio della linea di credito inopinatamente aperta dall’Inao (Institut National de l’Origine et de la qualité) agli industriali, si sono finalmente palesati dodici deputati francesi che, sostenuti da una trentina di chef stellati del loro Paese, hanno rappresentato ufficialmente le loro sacrosante ragioni al ministro dell’Agricoltura, Stephan Travert.
Ragioni che hanno iniziato a far breccia tra le coscienze della gente grazie anche alla petizione popolare pubblicata su Cange.org e intitolata “Non à la pasteurisation du Camembert de Normandie d’Appellation d’Origine!” (“No alla pastorizzazione del Camembert di Normandia a denominazione di origine”). Al lancio del motto “Liberté Egalité Camembert”, l’’iniziativa popolare, voluta dall’Association Fromages de Terroirs France, sta crescendo giorno dopo giorno, e ha già superato ieri le 31 mila firme, che ognuno di voi lettori – come noi abbiao fatto – ha la possibilità di far crescere.
La lettera dei deputati francesi al ministro Travert
Tornando alla missiva indirizzata dai deputati e dagli dagli chef francesi al numero uno del dicastero agricolo, i firmatari hanno manifestato l’auspicio che “ci si vorrà opporre a questo accordo e alla sua applicazione, per garantire la sostenibilità del Camembert tradizionale, che in ogni caso non può essere equiparato a un Camembert pastorizzato”.
Ecco quindi che quello che nel febbraio scorso presentammo come un “improvvido allargamento di una Denominazione di Origine Protetta” che “getta alle ortiche i principali fondamenti” di una Dop e l’”essenza stessa dell’istituto della Dop” si sta concretizzando nelle coscienze della gente per ciò che rischia di essere: il più grande abuso che l’industria, attraverso la politica, abbia mai operato su uno dei patrimoni della cultura contadina di Francia.
L’auspicio è che presto un giorno, a partire proprio dalla terra di Francia, si torni a gridare che “ce n’est qu’un début, continuons le combat!”. E se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, la sensazione è che se ne potranno vivere – e vedere – ancora delle belle.
28 maggio 2018