Siccità: l’Ue interviene in aiuto degli allevatori del nord Europa

Pascoli siccitosi in tutto il Vecchio Continente, nel 2018 – foto Pixabay©

Bene che vada, il 2018 verrà ricordato a lungo dagli allevatori estensivisti d’Europa come un anno estremamente siccitoso, con tutte le problematiche che dalla scarsa disponibilità idrica possono derivare per l’alimentazione verde degli erbivori e per la produzione di fieno. La protratta siccità che si è abbattuta in particolare sul Centro e sul Nord del Vecchio Continente rischia di mettere a dura prova gli allevatori di nazioni caratterizzate da vastissime aree dedicate al pascolamento e alla produzione di foraggi. Aree che oggi si presentano di un verde mai troppo verdi, e in alcuni casi addirittura gialle, secche.

L’inverno si preannuncia così difficile per la stessa sopravvivenza del bestiame e per le produzioni di mangimi, di cereali e di conseguenza per la derivante disponibilità di latte. Particolarmente grave è la situazione in Svezia, dove gli incendi estivi hanno cancellato migliaia di ettari di pascolo già secchi, incidendo sin qui del -29% sulla produzione di cereali, rispetto al 2017. L’Agenzia governativa dell’agricoltura del Paese ha comunicato nei giorni scorsi che le scorte alimentari che normalmente sopperiscono alle necessità degli animali da latte stanno per terminare nella maggior parte delle fattorie, per cui la mancanza di cibo si farà pesantemente sentire già questo inverno.

La situazione non appare tanto felice neanche in Germania, dove una fattoria su 25 sarebbe a rischio chiusura per una siccità che ha già causato 680 milioni di euro di danni alla produzione cerealicola e agli allevamenti. In Bassa Sassonia, una delle maggiori regioni a vocazione agricola del Paese, la produzione dei foraggi ha registrato una contrazione del 40% rispetto agli standard abituali in questo periodo dell’anno.

Non va meglio nei Paesi Bassi, dove la riduzione delle rese di cereali si attesta attorno al 20% rispetto allo scorso anno. I prati si sono ingialliti e il cibo scarseggia, così gli allevatori hanno dovuto comprare fieno a cifre da capogiro – in alcuni casi a 100 euro per tonnellata, +40% del prezzo praticato in precedenza – per integrare il fieno prodotto. Preoccupati per un’emergenza di cui non si riesce a prevedere la fine, molti allevatori si son visti costretti a ridimensionare le proprie mandrie, recuperando cifre inadeguate dalla vendita di carne di per sé di scarso valore (in quanto prodotta da animali ad attitudine lattea) e per di più inflazionata a causa dell’improvviso aumento dell’offerta.

In Gran Bretagna le cose non vanno certo meglio: il tasso di abbattimento dei bovini è stato sin qui del +18% rispetto a quello registrato nel 2017, mentre in Germania, a dispetto delle erogazioni statali destinate ad ammortizzare l’emergenza (340 milioni di euro), la macellazione del bestiame è aumentata del 10% nella prima metà del mese di luglio.

«Già prima della siccità i costi di produzione non venivano coperti», ha dichiarato il presidente dell’European Milk Board Erwin Schopges, sottolineando che «in tutta Europa il prezzo di vendita del latte si aggira intorno ai 30-33 centesimi al litro, mentre quelli di produzione sono di 40-45 centesimi. Figuriamoci adesso: con questa crisi idrica, la sostenibilità del settore è maggiormente a rischio».

In una situazione così grave diversi Paesi hanno così sbloccato gli aiuti di emergenza a sostegno degli allevatori colpiti. La Confederazione Svizzera ha mobilitato invece l’esercito per rifornire di acqua le mandrie presenti sui pascoli delle Alpi e del Jura, grazie all’intervento degli elicotteri. Ma non solo, già che il governo elvetico ha ridotto le tasse doganali sull’importazione di mangime e ha concesso speciali linee di credito con prestiti a tasso zero.

Anche il governo centrale europeo ha varato delle misure straordinarie di sostegno per gli allevatori colpiti dalla siccità: ai primi di agosto la Commissione Ue ha disposto un primo pacchetto di misure che alla fine di settembre verrà integrato da altri interventi.

«Stiamo adottando ulteriori disposizioni», ha dichiarato il Commissario Europeo all’Agricoltura, Phil Hogan, «che dovrebbero dare sollievo agli agricoltori gravati dalla carenza di alimenti per i loro animali. Accolgo con favore i recenti annunci di vari Stati membri pronti ad agire per il loro settore agricolo, e continuerò a lavorare con loro per garantire che sfruttino appieno le possibilità disponibili, in particolare nell’ambito della politica agricola comune».

Una volta definiti, alla fine del mese corrente, i provvedimenti comunitari verranno applicati retroattivamente, provvedendo così ai pagamenti anticipati agli agricoltori, che potranno ricevere il 70% della somma diretta e l’85% degli aiuti nell’ambito dello sviluppo rurale già a metà ottobre, invece di aspettare fino a dicembre, con il fine di migliorare la loro liquidità. Oltre a ciò, dovrebbe essere introdotta una maggiore flessibilità delle norme sulla semina e sul raccolto delle colture destinate alla produzione di foraggi e al miglioramento dei pascoli, al fine di compensare la scarsità di foraggi.

(elaborato da fonte Agi – Agenzia Giornalistica Italiana)

10 settembre 2018