La crisi delle vendite di latte colpisce gli allevatori di tutto il mondo. In Australia qualcosa sta per cambiare: i produttori vedono finalmente uno spiraglio di luce, grazie all’iniziativa della Van Diemen’s Land Co., una delle grandi aziende casearie del Paese, che nelle ultime settimane ha iniziato a consegnarlo sul mercato cinese, riuscendo a spuntare un prezzo assai più elevato (anche di dieci volte, ndr) rispetto a quello praticato sul mercato interno.
A darne notizia è il Daily Mail online, che giovedì scorso, 20 settembre, ha pubblicato un articolo con un titolo che non ha forse il dono della sintesi ma che appare piuttosto eloquente – “They’re willing to pay 10 times the price: Australian dairy farmers reveal they’ll soon be forced to sell most of their milk and cheese in China because they don’t make enough money from local supermarkets” – che in italiano suona all’incirca così: “Sono disposti a pagare 10 volte il prezzo: i produttori australiani di latte rivelano che presto saranno costretti a vendere la maggior parte del loro latte e formaggio in Cina perché non guadagnano abbastanza dai supermercati locali”.
Ad essere messi in discussione sono colossi della Gdo australiana, come Woolworths e Coles, che stanno pagando un prezzo da fame, inducendo operatori come Van Diemen’s Land Co. e altri, per l’appunto, a consegnare ingenti partite di latte fresco agli operatori cinesi, la prima delle quali, in prevendita, ha spuntato 2,2 milioni di dollari australiani, ridando un po’ di ossigeno al sistema latte dell’Australia.
Ad attrarre il mercato cinese verso il latte prodotto in Oceania è la percezione che il consumatore ha di un prodotto sano, “verde”, ottenuto in ambienti salubri, lontani da fonti di inquinamento e munto da animali allevati prevalentemente ad erba e fieno. In questa scelta e nella disponibilità a riconoscere un prezzo molto elevato a questo latte grava ancora sul consumatore cinese il peso delle truffe di dieci anni fa, quando operatori cinesi immisero sul mercato partite di latte in polvere tagliato con la melamina. Chi di voi ci seguiva già allora, ricorderà dei 300mila bambini intossicati, alcuni dei quali poi morirono.
L’articolo del Daily Mail cerca di prevedere gli scenari futuri di questa vicenda, uno dei quali potrebbe portare alla forte contrazione della disponibilità di latte fresco nei supermercati del Paese. Prospettiva che potrebbe riportare l’industria del latte – è questa la non dichiarata speranza – a pagare una cifra più equa ai produttori, evitando la fuga totale del prodotto verso il Paese del Dragone.
A chi è interessato ad approfondire la vicenda proponiamo il pezzo originale (clicca qui), in lingua inglese. Buona lettura!
24 settembre 2018