Lattiero-caseario: i dati Eurostat mettono in luce i limiti italiani

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Come ogni anno, Eurostat ha pubblicato i dati relativi alla produzione e al commercio del settore caseario, che per il 2017 vedono la Germania al primo posto, con 2.2 milioni di tonnellate prodotte (il 22% della produzione complessiva dell’Unione Europea) e la Francia al secondo, con 1.9 milioni di tonnellate (19% della produzione Ue). Staccata dalle prime due, l’Italia è terza, con 1.3 milioni di tonnellate (12%) prodotte. Il dato aggregato di queste tre nazioni racconta che esse coprono oltre la metà della produzione comunitaria (53%); considerando la quarta e la quinta – che sono la Polonia e i Paesi Bassi – i cinque maggiori produttori raggiungono i 7/10 della produzione globale dell’Unione Europea (70%).

Uno dei dati che più salta all’occhio è la scarsa capacità dei Paesi Ue di penetrare i mercati extra-Ue, dal momento che sul fronte di un export complessivo di 5,2 milioni di tonnellate di prodotto (valore di 20,8 miliardi di euro) ben 4,4 milioni sono state collocate all’interno dell’Ue.

Alcuni dei limiti italici emergono andando a verificare in dettaglio proprio i dati relativi alle esportazioni: ancora una volta è la Germania ad aprire la graduatoria con 1,2 milioni di tonnellate (23% delle esportazioni totali degli Stati membri Ue), seguita dai Paesi Bassi (0,9 milioni di tonnellate, 17%) e dalla Francia (0,7 milioni di tonnellate 13%).

Tra i Paesi non Ue ad aver importato formaggi prodotti nell’Unione Europea si distinguono gli Stati Uniti, che nel 2017 ne hanno acquistate 140mila tonnellate, pari al 17% delle esportazioni totali extra Ue, seguiti da Giappone (95milatonnellate, 11%), Svizzera (60mila tonnellate, 7%), Corea del Sud (45mila tonnellate, 5%) e Arabia Saudita (40mila tonnellate, circa il 5%).

4 febbraio 2019

Il database sorgente su produzione e commercio dei formaggi Ue nel 2017 è accessibile cliccando qui