Il futuro del Neufchâtel Aoc, il formaggio vaccino francese a coagulazione lattica noto per la caratteristica versione a forma di cuore, non sarà per nulla semplice. A quattro mesi circa dal grave incendio – e dalla conseguente fuoriuscita di fumi tossici (in larga parte diossine, ndr) nel territorio di Bray, in cui si concentrano molti dei suoi produttori – occorso nella fabbrica di chimici Lubrizol di Rouen, in Normandia, le radicali modifiche del suo disciplinare di produzione, di cui si parlava sin dai primi giorni dopo l’accaduto, sono ora realtà.
L’intervento governativo che da settimane aleggiava sulle sorti del cosiddetto “fromage d’amoureux” (il “formaggio degli innamorati”, ndr) ha trovato la sua ufficialità lunedì scorso, 20 gennaio, con la pubblicazione del pertinente decreto legge sul Journal Officiel (la Gazzetta Ufficiale di Francia), approvato dall’Assemblea Legislativa il 24 dicembre scorso.
“A causa dell’incendio nello stabilimento di Lubrizol”, recita il dispositivo introdotto dal Govero francese, “le condizioni di produzione delle specifiche relative alla denominazione di origine protetta Neufchâtel sono modificate”. Queste modifiche riguardano le conseguenze sociali e sanitarie delle attività agricole svolte in 67 comuni del dipartimento della Senna Marittima, una parte dei quali inclusa nell’areale di produzione di quel formaggio.
L’area geografica in cui il Neufchâtel Aop è prodotto copre parzialmente il territorio in cui il prefetto della Senna Marittima aveva imposto restrizioni e misure restrittive sui prodotti agricoli, all’indomani del passaggio della nube tossica. In sostanza, se prima dell’incidente le disposizioni per il pascolamento richiedevano “almeno 6 mesi all’anno”, con il pascolo che rappresenta “oltre il 50% della razione di base espressa sulla materia secca”.
Cosa cambia dopo la nube tossica
Le specifiche del disciplinare di produzione modificate dal decreto legge riguardano “le vacche da latte, che pascolano almeno 5 mesi, per l’anno 2019. Durante questo periodo”, prosegue il testo, “il pascolo rappresenta oltre il 40% della razione di base espressa sulla materia secca”.
L’emendamento prevede inoltre una riduzione della percentuale – espressa in sostanza secca – di foraggi destinati alle vacche. Questo valore passa ora dall’80% al 70%, per il solo 2019. La composizione dei foraggi agricoli previsti, non è cambiata: rimane quindi immodificata l’alimentazione: “costituita da foraggio grossolano, in forma fresca o conservata: erba, mais, paglia, erba medica, barbabietola da foraggio, intera o in polpa”.
27 gennaio 2020