Usa: bevande vegetali in crescita ma a vincere è il latte senza lattosio

foto Lactaid©

Negli Usa il 2019 ha fatto registrare un forte incremento delle vendite di latte vaccino “senza lattosio”, cresciute due volte più velocemente di quelle delle bevande a base vegetale. Lo ha comunicato la Nmpf (National Milk Producers Federation), sottolineando che il settore si fa trovare pronto a rispondere ad un generale calo della richiesta, spingendo sul prodotto che più può andare incontro alle attuali esigenze (presunte, ndr) dei consumatori.

In un comunicato diramato alla stampa all’inizio della scorsa settimana, la federazione ha sottolineato come “il latte senza lattosio sia un ottimo esempio di come i prodotti lattiero-caseari stanno affrontando i cali pro-capite nel consumo complessivo di latte vaccino”. “Le categorie di prodotti lattiero-caseari che aumentano le loro vendite”, prosegue il comunicato, “tra cui proprio il latte intero senza lattosio, ma anche le varietà di latti aromatizzati, stanno offrendo molti spunti per tornare ad essere ottimisti sul futuro del vero latte”.

Nella sua nota l’organizzazione dei produttori dimostra di saper monitorare la veloce crescita delle bevande a base vegetale, che partono però “da una base numerica molto ridotta”. Il “latte” di mandorle, ad esempio, copre circa i tre quarti delle vendite complessive di bevande a base vegetale, senza avvicinarsi né al successo del latte “delattosato” né al buon trend che gli aromatizzati (al caffè, al cioccolato, alla ciliegia, alla vaniglia, etc.) stanno facendo registrare.

Dopo quella di mandorle, il mercato delle bevande a base vegetale vede seconda la soia, che però già registra una considerevole perdita di consensi (-13%), passando dai 248 milioni di US $ del 2018 ai 215 milioni di US $ nel 2019, un calo percentuale molto maggiore di qualsiasi calo delle vendite registrato nel settore lattiero-caseario.

Secondo la Nmpf, inoltre, “le bevande a base di avena hanno registrato un sorprendente aumento – dell’872% nel 2019 – ad un tasso di crescita impossibile da mantenere in futuro, a causa di numeri – definiti “infinitesimali” – che il prodotto ha fatto registrare nell’ultimo biennio, passando dai 7 milioni di US $ del 2018 ai 68 milioni del 2019.

Nel ricordare la flessione generale che il comparto del latte vaccino ha registrato nel biennio – passando dai 13,93 miliardi di US $ del 2018 ai 13,88 miliardi del 2019 – i vertici dell’organizzazione non hanno perduto l’occasione per sottolineare che i competitor che partono da materia prima di origine vegetale, pur presentandosi come innovatori “usano molta acqua e offrono un’alimentazione” a dir poco “discutibile”.

16 marzo 2020