Un euro al litro al contadino: il sogno del latte FaireSwiss è realtà

FaireSwiss è una realtà cooperativa lattiero-casearia svizzera, nata nel 2019 per aiutare i contadini ad uscire dalla crisi del latte, puntando ad una qualità reale medio-alta, attraverso un disciplinare rigoroso, e introducendo ferree regole di partecipazione dei produttori alla vita della cooperativa stessa.

Per quanto nata sotto le più fulgide intenzioni e con i migliori auspici, FaireSwiss ha saputo affrontare le non poche difficoltà del settore, nonostante la sua giovane età: il mercato ha ben accolto il prodotto, la sua filosofia, e i punti vendita sono cresciuti incessantemente, giorno dopo giorno. Ma la svolta sembra essere arrivata adesso, con l’ufficializzazione dell’accordo con la catena della Gdo Spar, che venderà i prodotti FaireSwiss nei suoi 180 punti vendita, dai negozi di vicinato ai supermercati.

Spar: la Gdo che rinuncia a parte del guadagno per sostenere gli allevatori

foto FaireSwiss©

In via del tutto eccezionale e viste le premesse con cui la cooperativa è nata (per salvare una delle componenti migliori della zootecnia elvetica), i vertici Spar hanno comunicato di “rinunciare ad una parte del margine, per finanziare la sovrattassa sul normale prezzo di produzione”.

“Un litro di latte FaireSwiss“, ha comunicato la Spar in un nota stampa, “costa ai consumatori solo poco più di un litro dalla produzione “tradizionale”. Il latte prodotto in modo equo può essere riconosciuto dalla mucca rossa con la croce svizzera sull’etichetta”. E così, la qualità FaireSwiss è disponibile al consumatore a 1,90 franchi svizzeri (1,77€) al litro. [continua dopo la pubblicità]

“Con la vendita di questo latte equo”, prosegue Spar, “il rivenditore non vuole solo sostenere i produttori di latte, ma anche contribuire al mantenimento del panorama svizzero. Questo a sua volta avvantaggia la società nel suo insieme”. Che dire? Se si ragionasse così anche in Italia la metà dell’opera sarebbe compiuta.

In sostanza con questa operazione ogni litro di latte viene pagato all’allevatore un euro, e se si pensa che allevando naturalmente si spende meno per l’alimentazione e ci si guadagna in sanità della mandria, si fa presto a capire che le aziende possono credere in un futuro possibile.

Attualmente i contadini che hanno aderito al progetto sono ancora appena sette, ma le candidature al vaglio della commissione, che crescono a vista d’occhio sono oggi più di 50. [continua dopo la pubblicità]

Per entrare nel circuito FaireSwiss gli allevatori debbono soddisfare almeno due dei tre standard federali previsti per le produzioni zootecniche sostenibili:

  • GMF (Graslandbasierte Milch-und Fleischproduktion), vale a dire una “produzione di latte e carne prevalentemente a base di prati”;
  • BTS (Besonders Tierfreundliches Stallhaltungssystem), ovvero un  sistema stabile particolarmente adatto (rispettoso) agli animali;
  • RAUS (Regemässiger Auslauf ins Freie), cioè un “regolare esercizio all’aperto”: un allevamento che permetta all’animale di uscire dalla stalla quando vuole.

Tutti i produttori di latte ammessi alla produzione FaireSwiss sono tenuti ad avere anche il certificato di prestazione ecologica ÖLN (Ökologischen Leistungsnachwies).

Una realtà pronta a svilupparsi verso oriente
Nata nelle regioni occidentali della Confederazione, all’inizio di questo anno FaireSwiss ha trovato adesioni nel Canton Ticino e si prepara adesso, proprio grazie all’accordo con Spar, ad aprire le porte ad allevatori della Svizzera di lingua tedesca. 

Chi voglia saperne di più dell’universo FaireSwiss, può consultare il loro sito web, cliccando qui.

15 giugno 2020