Il messaggio arriva dalla Lidl spagnola, e non è dei più rassicuranti per chi produce formaggi di qualità: la catena della Gdo, che nel Paese iberico conta oltre 530 supermercati, ha lanciato nei giorni scorsi una sua nuova offerta di formaggi gourmet, caratterizzata da una qualità dichiarata medio-alta e da prezzi molto contenuti.
Una prima offerta, fortemente reclamizzata sotto la denominazione “La Queseria de Lidl”, ha proposto venti formaggi, dieci spagnoli e dieci provenienti da altri Paesi europei, a prezzi compresi tra 0,99€ e 2,50€, per 100 grammi di prodotto. Qualcosa di difficilmente comprensibile se si pensa che quattro delle varietà proposte si fregiano del marchio “World Cheese Award”. In teoria formaggi che, in ragione del premio ricevuto avrebbero dovuto ritoccare il listino all’insù, non certo al ribasso.
Il fenomeno ha almeno tre principali chiavi interpretative: la prima è inerente il distanziamento sociale e l’obbligo di indossare mascherine nei locali pubblici, che potrebbe aver indotto molti consumatori a concedersi qualche sfizio gastronomico in più nell’ambito domestico, per compensare un minor numero di uscite; la seconda riguarda il momento di tangibile criticità finanziaria che stiamo attraversando, che spinge molti a preferire soluzioni economiche, meglio “digeribili” se camuffate con qualche parvenza di qualità. La terza e più grave, infine riguarda le celle di stagionatura/maturazione di molti caseifici, drammaticamente piene, e da vuotare, costi quel che costi.
Si mangiano più formaggi tra le mura domestiche
Dal canto suo l’azienda ammette solo una parte di queste letture, è ovvio (non certo l’ultima, buona per spremere il prezzo al di sotto di ogni indecente abbordaggio, ndr), sottolineando che l’iniziativa è una risposta alla crescente domanda di formaggi giunta delle famiglie spagnole. Queste, dal gennaio al luglio scorsi – è un recente sondaggio di Kantar Worldpanel a rivelarlo – hanno fatto segnare una spesa in crescita del 19,4% per il consumo domestico di prodotti caseari.
Un premio che si è snaturato nel tempo
A margine di tutto, c’è da sottolineare qualche dettaglio che non merita di passare inosservato, vale a dire l’uso a dir poco esuberante che Lidl Spagna ha fatto del logo del World Cheese Award nel comunicare questa sua iniziativa. Un’uso che presta il fianco ad alcune considerazioni sul mutato valore del premio stesso e sull’utilità che l’assegnazione di un tale riconoscimento potrà portare alle aziende in futuro.
Sebbene molto di ciò che in quest’iniziativa è derivato dall’attuale pandemia non fosse prevedibile sino a pochi mesi fa, la tendenza fatta registrare dal premio, che da qualche edizione tende a sopravvalutare molte aziende industriali – a dispetto di quelle artigianali e agricole – poteva lasciar prevedere qualche fuga in avanti, verso prospettive non facilmente difendibili.
A cosa potrà servire in futuro, per un caseificio, partecipare a quella competizione e puntare a vincere un premio? Cosa potrà portare l’inserimento di quel logo su un proprio formaggio? Ad aumentare forse prezzi, vendite e fatturato – come accadeva in passato – o ad essere maggiormente esposti alle richieste di una Gdo che se decide di svuotarti i magazzini può farlo senza battere ciglio?
14 settembre 2020