Francia: con il supporto dei ricercatori, il latte fermentato Gwell punta alla Dop

foto dal sito web dei produttori Terroirs-avenir.fr©

Da anni, gli studiosi del Cirm (Centre International de Ressources Microbiennes) di Rennes, in collaborazione con i ricercatori dell’Inrae (Institut National de Recherche pour l’Agriculture, l’alimentation et l’Environnement) di Parigi, stanno lavorando alla selezione e alla conservazione del rilevantissimo patrimonio di batteri, lieviti e muffe della produzione agroalimentare francese di origine rurale.

Si tratta di oltre 4mila ceppi, appartenenti a 150 specie diverse, mantenuti a -80ºC nei laboratori del Cirm, al fine di non disperdere un patrimonio rilevantissimo in termini di sapori, benessere (per chi si nutra di certi prodotti) e biodiversità. Per intenderci, senza di essi la trasformazione dei cibi più tradizionali e sani – dai pani a lievitazione naturale, ai salumi, alle bevande, ai derivati del latte più autentici – sarebbero irrimediabilmente perduti.

L’iniziativa è evidentemente tesa a frenare la standardizzazione industriale della produzione agricola, introdotta dai primi anni ‘70, ma anche ad affermare un concetto di sicurezza alimentare alternativo a quello che l’industria e la politica vorrebbero evidentemente imporre, attraverso una legislazione spesso molto carente, asservita com’è agli interessi dei grandi gruppi.

Supportati dai due enti pubblici, i piccoli produttori si impegnano così in un fare collettivo che li porta a valorizzare, promuovere, raccontare le loro preziose produzioni ad un mercato che appare sempre più ampio e partecipe. E a riunirsi, con l’intento di dare al proprio lavoro, e alle proprie culture secolari, strumenti adeguati di garanzia e protezione, come sta accadendo per il Gwell, un latte fermentato tradizionale (da fermento naturale autoctono) prodotto in Bretagna e nella Loira Atlantica.

Lì, e per la precisione a Plouguernével, martedì scorso 13 ottobre, si è svolta la prima assemblea generale dell’Appg (Association des Paysans Producteurs de Gwell), al fine di valutare l’avanzamento del progetto di comunità, teso a ottenere il marchio di protezione Dop. Al momento, i soci membri sono venticinque, quindici dei quali produttori attivi; nei progetti futuri: l’apertura di un ufficio e, come si può ben intendere, tutte le attività connesse alla richiesta, all’ottenimento e alla gestione della Denominazione di Origine Protetta, ivi inclusa la creazione del consorzio di tutela.

19 ottobre 2020