“Per la prima volta da anni il burro svizzero potrebbe non bastare a coprire il fabbisogno nazionale”: argomentavano così molti giornali elvetici appena nella primavera scorsa, quando a mancare nella bilancia tra domanda e offerta erano mille tonnellate del prezioso condimento di origine animale. Oggi la situazione si ripete, anche se in misura minore rispetto ad allora, perché il deficit produttivo si attesta attorno alle cinquecento tonnellate, vale a dire l’1,2% circa della richiesta complessiva annuale del mercato.
“Questa quantità”, spiegano all’IP Latte (Interprofessionale Latte), “è destinata a garantire un approvvigionamento sicuro di burro in Svizzera, sino al prossimo Natale”. Negli ultimi mesi sono già state presentate alle autorità elvetica altre domande, per un totale complessivo di 2800 tonnellate di burro importato.
Dopo il picco di richiesta raggiunto in primavera, nel mese di settembre l’associazione di categoria stimava che il burro prodotto in Svizzera sarebbe stato sufficiente sino alla fine dell’anno, ma così non sarà. Le vendite del prodotto rimarranno quindi elevate; secondo gli esperti c’è da attendersi un ulteriore aumento della domanda nei prossimi mesi: sotto la spinta della pandemia da Covid-19, infatti, le persone mangiano e mangeranno più spesso a casa. A questo va aggiunto l’elemento della stagionalità di fine anno, vale a dire l’incremento di vendite che da sempre coincide con l’arrivo delle festività di Natale.
19 ottobre 2020