Chi sia mai stato in Normandia lo sa: le distese pascolive sono una parte rilevante del paesaggio di quella regione, ed è proprio là che l’Inrae (Institut national de recherche pour l’agriculture, l’alimentation et l’ environnement) ha una delle proprie sedi sperimentali, nel dipartimento dell’Orne, in località Pin, nel municipio di Gouffern en Auge. È là che è in corso la sperimentazione Tripl’ XL, che si prefigge di studiare e risolvere le problematiche relative alla conduzione al pascolo delle bovine, in quella che è dichiarata dai ricercatori come “la forma più economica e redditizia di produrre latte”. Un latte buono per il palato ma anche e soprattutto per la salute di chi se ne nutra. E per l’ambiente.
Lo studio si prefigge di valutare il pascolo di grandi mandrie al fine di facilitare il “ritorno all’erba” nei sistemi di pianura e analizzare il suo impatto sulla salute e sul benessere delle popolazioni animali. Il progetto Tripl’ XL è impostato per perfezionare le conoscenze scientifiche necessarie per determinare un profilo di vacca adatto a questi sistemi di pascolamento.
Lanciato nel gennaio del 2020 e articolato su una durata di sei anni, il progetto Tripl’ XL coinvolge centocinquanta vacche da latte delle tre razze più presenti in quei territori: la Frisona, la Normande e la Jersey. I ricercatori impegnati in questo lavoro valuteranno l’influenza della razza e dell’assunzione di concentrati durante l’allattamento sulle variazioni delle riserve corporee degli animali. E più in generale sulla capacità delle vacche da latte di produrre e di riprodursi. Sui novanta ettari a disposizione la mandria viene nutrita principalmente con erba, consumata principalmente al pascolo o sotto forma di fieno, quando – in inverno – l’erba scarseggia.
Nel prato le vacche pascolano in un unica mandria, su appezzamenti di circa dieci ettari in cui si trovano associati, ad esempio, il loietto perenne, il trifoglio bianco e altre specie vegetali. A parte un lotto in cui non riceveranno concentrato, ogni vacca assimila quattro quintali di concentrato all’anno, assegnati in diversi momenti, durante la lattazione.
Il pascolo turnato “semplificato”, a lungo utilizzato a Pin e caratterizzato da lunghi tempi di permanenza per lotto – da 8 a 12 giorni – continua ad essere praticato con successo. La stagione riproduttiva è limitata a tredici settimane – da fine aprile a fine luglio – per ottenere un parto tardo-invernale e per far corrispondere il più possibile la domanda alimentare della mandria con la disponibilità di erba di qualità.
Questo periodo è diviso in due: un primo periodo di sei settimane di inseminazione artificiale con seme “sessato” per garantire la rimonta della mandria. Successivamente subentrano due tori Angus per produrre animali incrociati, destinati alla produzione di carne.
Questa sperimentazione su larga scala (150 vacche al pascolo) si prefigge di fornire una serie di soluzioni tecnologiche, strutturali e anche organizzative per facilitare il pascolo di una singola grande mandria per almeno cinque mesi all’anno. A tale proposito l’Inrae ha già sviluppato strumenti di supporto alla gestione come Herb’avenir(*) e Pâtur’Plan(**) che saranno migliorati come parte di questo esperimento. Gli indicatori di benessere animale consentiranno di rendere oggettiva la sua valutazione negli allevamenti.
La genotipizzazione e la fenotipizzazione di un gran numero di vacche per un lungo periodo consentirà infine di esplorare il percorso genetico, al fine di migliorare in definitiva la selezione degli animali più adatti al pascolo. Tripl’ XL fa parte di un approccio scientifico partecipativo incentrato sulla condivisione di conoscenze e pratiche con gli stakeholder del territorio interessato. La dinamica creata dovrebbe promuovere il cambiamento per pratiche più virtuose, in una migliore dimensione agroecologica.
16 novembre 2020
(*) un metodo per calcolare l’approvvigionamento di erba e simulare le conseguenze delle decisioni di gestione sull’approvvigionamento di erba
(**) uno dei principali ostacoli al buon uso del pascolo è la complessità della sua gestione e l’incertezza che deve affrontare l’agricoltore a causa dei rischi climatici. Questo nuovo strumento di supporto decisionale, ergonomico e facile da usare, risponde a questa esigenza