A dispetto della crisi che imperversa anche tra gli allevatori di vacche da latte degli Stati Uniti, nell’High Midwest si respira un clima di fiducia, laddove le produzioni siano condotte in regime estensivo. A testimoniarlo è il notiziario web della UW-Madison (University of Wisconsin-Madison), che nei giorni scorsi ha presentato il progetto Grassland 2.0, attraverso la testimonianza di alcuni produttori.
Grassland 2.0 basa la propria attività sulla creazione di una rete in cui operano ricercatori universitari, tecnici di agenzie statali e locali, trasformatori di latte (e carne), gruppi di cittadini e altri agricoltori, accomunati dalla ricerca di risposte in grado di contrastare le crescenti minacce che incombono sui sistemi alimentari e agricoli di quella macro-regione.
Come il nome stesso del progetto lascia intendere, l’obiettivo primario è quello di ricercare le maggiori opportunità nel pascolamento e in altre attività agricole ecosostenibili. In sostanza, Grassland 2.0 sta riunendo le parti interessate per immaginare e pianificare un futuro di terreni agricoli redditizi e produttivi, che massimizzino i molti vantaggi insiti nella prateria originaria della regione: dall’acqua pulita, al suolo sano, alla biodiversità e alla resilienza alle condizioni meteorologiche avverse.
Le pratiche agricole basate sul pascolamento rappresentano un modello virtuoso in un settore che sta subendo gli effetti combinati del basso prezo del latte alla stalla, di eventi meteorologici avversi, dell’aumento dei costi di produzione e della diminuita richiesta di materia prima da parte dell’industria.
I dati di mercato dimostrano che – mentre il consumo di latte e carne rossa sono in calo – i derivati del latte da animali nutriti ad erba e fieno e le carni grass fed sono in aumento. Lo studio condotto dai ricercatori dello University of Wisconsin Madison Center for Dairy Profitability (Centro per la Redditività dell’Università del Winsconsin-Madison) ha rilevato che, per quanto i caseifici che trasformano latte di animali al pascolo producano meno (ridotta produttività della vacca, ndr), il contenimento dei costi – dovuto all’alimentazione basata sull’erba, ai ridotti costi veterinari e farmaceutici e alla longevità degli animali – incide nettamente sulla loro redditività.
Il progetto Grassland 2.0 è finanziato grazie ad una sovvenzione quinquennale di 10 milioni di dollari erogati dal National Institute for Food and Agriculture (Agriculture Dept. of the Usa) alla UW-Madison e coinvolge oltre trenta soggetti, tra collaboratori dell’università, enti di ricerca, produttori, trasformatori e organizzazioni agricole. Secondo Randy Jackson, un professore di Agronomia dell’UW-Madison che guida il progetto, la sovvenzione rappresenta un investimento importante sullo studio e il miglioramento delle produzioni pascolive.
«Avremo bisogno», spiega Jackson, «di sviluppare pratiche agricole in grado di produrre cibo sano, supportando comunità fiorenti impegnate a ripristinare i processi ecosistemici. Le praterie perenni, se ben gestite, sono al centro di questo fare». «Questa sovvenzione è una grande vittoria per migliaia di agricoltori in tutto lo Stato e oltre, ed è una grande vittoria anche per i cittadini dell’High Midwest, che hanno un disperato bisogno di sostegno, competenze e politiche in grado di promuovere un’agricoltura sostenibile».
I vantaggi dei sistemi basati sull’alimentazione ad erba e fieno sono molti e vanno ben oltre il conto economico delle aziende agricole: secondo una ricerca dell’Usda (Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti d’America), della UW-Madison e del Wisconsin Datcp (Wisconsin Department of Agriculture, Trade and Consumer Protection), le praterie ben gestite possono ridurre l’erosione del suolo e il deflusso dei nutrienti, ma possono contribuire anche nel sequestro di anidride carbonica, nella ritenzione idrica del suolo, nella riduzione delle inondazioni e nel sostegno alla fauna selvatica, quindi agli impollinatori autoctoni, agli uccelli e ai pesci di acqua dolce, fornendo al contempo una fonte di reddito per gli agricoltori e mantenendo gli investimenti all’interno delle comunità rurali.
In sostanza quindi nell’High Midwest si sta compiendo una vera e propria rivoluzione del sistema produttivo, in cui sono coinvolte persino le amministrazioni locali, già che anche i comuni e le amministrazioni presenti sul territorio stanno investendo nel pascolo. Nel 2018, la contea di Dane, ad esempio, lanciò un programma-pilota che finanziava agli agricoltori la conversione agroecologica: da sistemi di agricoltura intensiva a sistemi di agricoltura estensiva. Da allora, conti alla mano, la contea ha raddoppiato il budget del programma: un piccolo-grande successo che fa da cartina di tornasole al più ampio progetto in atto.
Al contempo, la sfida assume anche un carattere tecnico ed economico per ottimizzare le competenze, affinare la conoscenza e diffondere pratiche produttive agroecologiche, che ruotano attorno al sistema-pascolo. A tal fine, il progetto Grassland 2.0 si concentrerà sulla condivisione che ricercatori, tecnici e agricoltori faranno delle informazioni ottenute dalle pratiche attuate.
Se quindi da un canto il lavoro “sul campo” marcia nella direzione giusta, puntando ad estendersi e consolidarsi, dall’altro il gruppo di lavoro sta operando per espandere il mercato dei prodotti da animali alimentati ad erba e fieno, identificando strumenti politici e strategici in grado di facilitare il pascolo gestito e la copertura perenne del suolo. Per fare questo il progetto punta a riunire diversi partner a livello locale e regionale, con la finalità di esplorare diversi approcci all’espansione dell’agricoltura prativa.
«Per far sì che i sistemi agricoli “riparativi” funzionino», conclude soddisfatto Jackson, «dobbiamo fare di più che fornire semplici risorse e informazioni agli agricoltori. Dobbiamo lavorare con trasformatori, istituti di credito, responsabili politici e agenzie statali e federali per affrontare le sfide dell’agricoltura in una prospettiva olistica. Dobbiamo coinvolgere tutti per mappare i percorsi della trasformazione che ci attende».
16 novembre 2020
fonte: UW-Madison©