L’Ue vara la legge sulla salute animale: novità per allevatori e sanità veterinaria

Unep - Zoonosi
L’illustrazione che l’Unep (United Nations Environment Program) ha adottato per la giornata di sensibilizzazione sulle zoonosi, il 6 luglio 2020

Una novità concreta si è registrata in ambito comunitario, mercoledì scorso 21 aprile, per quanto concerne la gestione della salute degli animali (e di conseguenza la nostra) sia da reddito che da affezione. Il Parlamento e il Consiglio Europeo hanno finalmente deciso di accorpare un cospicuo numero di atti giuridici (il Regolamento Ue 2016/429) in un’unica legge che regolamenta in maniera organica ogni questione che afferisca alle malattie trasmissibili dagli animali agli esseri umani.

Nel complesso, la nuova legge – unica e completa sulla salute degli animali – sostiene il settore dell’allevamento comunitario sul fronte della competitività e di un mercato maggiormente garantista dal punto di vista della sicurezza e delle regole che riguardano le specie allevate e i prodotti da esse derivati, introducendo nuovi impulsi per la crescita e l’occupazione in questo settore strategico.

L’accorpamento di un grande numero di atti giuridici è quindi snellito in un’unica legge: norme più semplici e chiare consentono alle autorità locali e a coloro che devono seguire le regole di concentrarsi sulle priorità chiave: prevenire ed eradicare le malattie sarà finalmente al centro delle attività di tutte le figure implicate in un vero processo di rinnovamento.

Con la nuova legge, annuncia la Commissione Europea dal proprio sito web, “le responsabilità sono chiare per agricoltori, veterinari e altre figure che si occupano di animali”.

Le norme consentiranno un maggiore ricorso alle nuove tecnologie per le attività di polizia sanitaria: dalla sorveglianza degli agenti patogeni all’identificazione elettronica degli animali, alla loro registrazione.

Un occhio particolarmente attento verrà finalmente posto all’individuazione precoce e al tempestivo controllo delle malattie animali, ivi incluse le malattie emergenti, legate ad esempio al cambiamento climatico. Questo darà un concreto contributo, d’ora in avanti, alla riduzione dell’insorgenza e agli effetti delle epidemie animali.

Inoltre, la nuova legge offrirà una maggiore flessibilità, per adeguare le regole alle circostanze locali e a questioni emergenti, come – per l’appunto – i cambiamenti climatico e sociale.

“Con questo atto”, spiega il sito web della Commissione Europea, “si stabilisce una migliore base giuridica per il controllo degli agenti patogeni animali resistenti agli agenti antimicrobici, integrando le norme e i regolamenti esistenti sui medicinali veterinari e sui mangimi medicati”.

“La legge sulla salute degli animali”, prosegue il sito dell’organo esecutivo comunitario, “faceva parte di un pacchetto di misure proposte dalla Commissione nel maggio 2013 per rafforzare l’applicazione delle norme di salute e sicurezza per l’intera catena agroalimentare. In quanto tale, è strettamente collegato al regolamento Ue 2017/625 (“Regolamento sui controlli ufficiali”). La legge sulla salute degli animali è anche un risultato-chiave della strategia per la salute degli animali 2007-2013, “Prevenire è meglio che curare””.

In sostanza, la Ce ha adottato diversi atti delegati ed esecutivi al fine di rendere applicabili le nuove norme. La Commissione ha debitamente consultato esperti, Stati membri e altre parti interessate dell’UE (ad esempio in seno al comitato consultivo per la salute degli animali) durante l’elaborazione di tali atti delegati e di attuazione, nel rispetto dei principi riguardanti l’attuazione della migliore regolamentazione possibile.

“L’elenco delle malattie animali rilevanti per l’intervento dell’Unione”, ricorda la nota della Ce, “le categorie di malattie animali e l’elenco delle specie e dei gruppi di specie sono stabiliti nel regolamento Ue 2018/1629 e nel regolamento Ue 2018/1882.

Le prime conseguenze delle misure introdotte non si sono fatte attendere: a seguito della scoperta di un focolaio di Covid-19, la sanità veterinaria iberica ha decretato, proprio mercoledì scorso, l’abbattimento di 92.700 visoni in sosta nel porto di Cartagena.

26 aprile 2021