Di questa particolarissima stalla vi parlammo nell’ottobre del 2016, per come venne presentata allora: una realtà urbana altamente innovativa – se non rivoluzionaria – inserita in un progetto di nuova economia urbana, nella città di Rotterdam, in cui alla mancanza di terreno agricolo si contrapponeva una notevole disponibilità di aree costiere, previa realizzazione di piattaforme galleggianti.
Un’installazione (su due piani, con caseificio sotto la stalla) che destò l’interesse di molti (ne parlarono riviste e televisioni di tutto il mondo), ma anche un certo malcelato scetticismo, una volta che la struttura venne popolata di vacche. Trentadue vacche. Nulla di strano, se si pensa che iniziarono a circolare foto di animali come sospesi tra cielo e acqua; animali che normalmente siamo abituati a vedere all’interno di stalle o tutt’al più nel loro habitat naturale, il pascolo.
Ai dubbi che da più parti erano giunti – sulla vera sostenibilità di un allevamento senza terra – si erano andate aggiungendo le contestazioni degli immancabili movimenti animalisti, per gli eccessivi vincoli e per i rischi a cui le vacche erano sottoposte: spazi inadeguati alla necessità di movimento dei bovini, camminamenti molto stretti, e non ultimo il rischio che qualche capo potesse finire in acqua. Come immancabilmente è accaduto all’inizio del mese.
Scorrendo le cronache locali si apprende che una prima caduta in acqua – quella di un vitello – avvenne già nel 2019, suscitando reazioni che presto si sopirono. Ma questa volta, anche a causa della grande eco che il fatto ha avuto sui social media, le polemiche sembrano non volersi placare, neanche a distanza di due settimane.
A cadere in mare in quest’ultimo episodio è stata una vacca di oltre 6 quintali, che non ha rischiato molto – se non forse un forte spavento – già che gli animali a quattro zampe sarebbero tutti in grado quantomeno di galleggiare. Il pronto intervento dei vigili del fuoco, ha tratto in salvo l’animale, ma quelche più conta adesso sono le immagini di quanto accaduto e le mozioni che alcuni esponenti del consiglio comunale hanno presentato richiedendo la revoca della licenza.
Da considerare che in entrambi i casi gli animali non sono caduti in acqua dalla piattaforma bensì da un camminamento che congiunge quest’ultima alla terraferma, ovvero ad un lembo di terra con un prato. In tutte e due le circostanze qualcuno (un visitatore prima, un inserviente poi) aveva – sbadatamente o meno – lasciato aperto un piccolo cancello.
Se da un lato l’avventura della prima stalla galleggiante al mondo era stata avviata all’insegna di un’evidente innovazione e di finalità ecologiche e di mercato (molto discutibili, ndr), adesso rischia di essere chiusa da chi recrimina per tutti – animali e cittadini inclusi – il diritto ad una naturalità che oramai stiamo perdendo.
17 maggio 2021