Tira le somme dell’attività didattica appena conclusa, l’Alpage École de Grande Montagne di Serraval, in Alta Savoia, e lo fa registrando ottimi risultati. L’istituto, che ha sede in località Sulens, sul massiccio d’Aravis, è il primo nel suo genere in Francia, ed ha come obiettivo la formazione di giovani allevatori e casari d’alpeggio.
Ad avviare il progetto – per un budget complessivo di 1,9 milioni di euro – è stata la locale Ccvt (Communauté de Communes des Vallées de Thônes), che ha ottenuto un finanziamento regionale di un milione di dollari e e uno di mezzo milione dal dipartimento dell’Alta Savoia.
La scuola – che opera in collaborazione con l’Enilv (École Nationale des Industries du Lait et des Viandes) e con il Lycée Professionnel Agricole de Contamine-sur-Avre – ha accolto centoventi studenti che nel periodo estivo si sono alternati tra aule, pascolo, stalla e caseificio, per ottenere la prima formazione necessaria ad orientare gli stessi al mondo del lavoro.
Per poter formare i propri studenti, la scuola è dotata di un allevamento, con quaranta vacche da latte, trentaquattro ettari di pascolo e trentuno ettari di altri terreni (bosco, brughiera), caseificio, cantina, aule didattiche e alloggi.
«La scarsità di terreno in pianura», ha spiegato Franck Paccard, che è sindaco di Bouchet-Mont-Charvin e responsabile dell’agricoltura del Ccvt, «rende sempre più necessario lo sviluppo di pascoli d’alta quota. Gli alpeggi sono inoltre fondamentali per la loro ricca biodiversità e la bellezza dei paesaggi, ma anche per operarvi la necessaria protezione dai rischi naturali».
Nella scuola, tutte le attività della filiera produttiva sono oggetto d’insegnamento pratico e teorico: dalla conduzione delle mandrie all’amministrazione del pascolo, dalla mungitura dei capi alla gestione e trasformazione del latte, alla caseificazione e alla cura delle forme nella prima fase di stagionatura.
“Anche se ancestrale”, spiegano promotori del progetto, “la pratica pastorale richiede conoscenze agro-ecologiche specifiche per adattare questi mestieri al contesto agricolo e alle problematiche ambientali dei nostri tempi”.
La stima economica delle produzioni alpine delle due Savoie si aggira attorno ai 30 milioni di euro di fatturato in 120 giorni, tra latte, carni e relativi derivati, con un particolare peso per le produzioni casearie. La superficie pastorale rappresenta il 20% della superficie totale, vale a dire 232mila ettari (59mila di pascolo) e offre un’occupazione a circa 235 pastori salariati.
20 settembre 2021