Germania: Gdo e governo prendono le distanze da latti, carni e allevamenti intensivi

Insegne Aldi ed Endrike
foto Hendrike© – Creative Commons License

La competizione in atto è di quelle che ci piacerebbe vedere più spesso, magari sul mercato italiano: i contendenti stavolta sono tedeschi, e rispondono ai nomi di Aldi (Albrekt Discount) ed Edeka, due tra i più importanti gruppi della Gdo di quel Paese. Alcune settimane fa, la prima delle due decise di rinunciare alle carni di animali allevati in batteria, e presentò l’iniziativa attraverso i media nazionali, con un enfasi fuori dal comune.

Neanche il tempo di assimilare la novità, e molti clienti dei supermercati dei fratelli Albrecht saranno rimasti di stucco, attorno alla metà di questo mese, all’annuncio che i supermercati di loro fiducia elimineranno un poco alla volta tutti i prodotti lattiero-caseari che non soddisfano i più stringenti requisiti sul benessere degli animali.

La transizione annunciata dovrebbe essere compiuta entro il 2024, comprendendo tutti i latti a marchio Aldi. Dal canto suo, sia Edeka – numero uno dei supermercati tedeschi – che i discount Netto, di proprietà Edelka, hanno effettuato un annuncio molto simile, all’inizio della scorsa settimana (quindi a pochi giorni di distanza da Aldi), prefissandosi però il raggiungimento dell’obiettivo entro la fine dell’anno in corso.

Stando a quanto annunciato dalla stampa, in Germania la corsa al latte “etico”, ovvero rispettoso degli animali, si esprimerà attraverso la scala Haltungsform (qui spiegata sul sito dell’Aldi), con i numeri “1” e “2” per il bestiame al chiuso (con diverse stabulazioni e alimentazioni), mentre il “3” e il “4” verranno apposti nel caso di animali con più spazio, accesso all’aperto e possibilità di movimento. I prodotti biologici verranno classificati come livello “4”.

Riferendosi alla scala Haltungsform, sia Aldi che Edeka hanno specificato ognuno i propri impegni e obiettivi: il primo ha assicurato l’eliminazione dapprima dei latti “1” e, a seguire, dei latti “2”. Mentre il secondo si è impegnato a commercializzare i latti da “2” a “4”, escludendo solo l’”1”. I dirigenti di entrambi i gruppi commerciali hanno confermato una sensibile crescita dell’attenzione dei consumatori per il benessere degli animali: una tendenza sempre più considerata dagli operatori della Gdo tedesca.

Dal canto suo, anche Lidl ha voluto unirsi al coro sui latti virtuosi, comunicando al mercato che la totalità del suo latte biologico è già certificata secondo il più alto standard “Bioland” e che il 65% della sua gamma di latte alimentare verrà selezionata tra le tipologie “3” e “4” (con un 35% di latte “2”).

Cem Özdemir
Cem Özdemir, ministro dell’agricoltura della Repubblica Federale di Germania – foto Ralfholetschek© – Creative Commons License

Gli impegni del neoministro Özdemir per etichette e produzione bio
Dal canto suo, il ministro tedesco dell’agricoltura Cem Özdemir, in carica dall’8 dicembre scorso, è intervenuto sul tema per annunciare che una nuova legge sulle etichettature verrà varata entro la fine del 2022.

Le nuove misure dovrebbero essere modulate attorno alla riforma dell’allevamento prevista dalla Commissione Borchert, che interverrà riducendo la densità di occupazione nelle stalle e negli allevamenti tedeschi in genere. Un progetto ambizioso, che punta ad una migliore remunerazione degli allevatori, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita sia degli animali che degli imprenditori. «Se gli animali stanno meglio», ha commentato il neoministro, «gli allevatori devono sentirlo nei loro portafogli».

La carriera politica di Özdemir iniziò nel 1981 all’interno del Partito dei Verdi in qualità di semplice iscritto. Negli anni seguirono una serie di incarichi con responsabilità crescenti e, nel 2008, il raggiungimento della leadership. Tra le sue tesi più popolari, spicca il principio secondo cui il miglioramento della qualità degli alimenti avvantaggerà sia gli agricoltori che i consumatori.

Nell’agenda del neo-ministro sono presenti una serie di riforme inerenti la nutrizione umana e la produzione di alimenti biologici. Tra i suoi propositi già enunciati, spicca l’obiettivo di portare entro il 2030 l’agroalimentare biologico al 30% della produzione agricola complessiva del Paese.

24 gennaio 2022